Il passato oscuro di Caltanissetta: le antiche solfare e le storie che in pochi conoscono
Le solfare di Caltanissetta: da Gessolungo a Trabia‑Tallarita. Tragici incidenti, tecnologia, musei immersivi e un’eredità indimenticabile.
Il territorio di Caltanissetta e provincia è stato a lungo cuore pulsante dell’industria dello zolfo: un paesaggio scandito da solfare imponenti, ruderi industriali e memorie struggenti. Oltre trenta siti – da Gessolungo a Trabia‑Tallarita, Bubonia, Montedoro, fino alle piccole Segreto del Sonno e Pietrevive – hanno segnato epoche e comunità, raccontando una storia di progresso, sfruttamento, innovazione e dolore. In questo articolo scoprirai le caratteristiche, i teatri d’incidenti, l’eredità museale e le curiosità “nascoste” di queste miniere uniche al mondo.
Le solfare principali e le loro storie
Tra le miniere che hanno segnato il destino economico e sociale della provincia spiccano:
- Solfara Gessolungo: tra le più profonde (300 m), aperta nel 1839, coinvolta in tragici incidenti (1881: 65 morti) con morti tra i carusi, e di proprietà anche del boss Calogero Vizzini.
- Miniera Trabia‑Tallarita (Sommatino–Riesi): già nota nel 1830, dotata di teleferica da 10 km, era uno dei fiori all’occhiello dell’industria solfifera; oggi visitabile tramite il Museo delle Solfare.
- Solfara Bubonia (Mazzarino): attiva tra 1860–70, oggi dismessa, ha regalato campioni rari di calcite e celestina.
- Segreto del Sonno e Pietrevive (Montedoro): minierette attive nel XIX sec., oggi testimoni silenziose di un’epoca industriale ormai tramontata.
Tecnologia, incidenti e impatti sociali
Le tecniche estrattive, basate su pozzi verticali, discenderie e forni Gill, riservavano condizioni drammatiche ai carusi (bambini‐minatori). L’esplosione del grisù fu una costante minaccia: solo a Gessolungo, nel 1881, morirono 65 minatori
Anche la Trabia‑Tallarita registrò numerose tragedie: nel 1867, 1883, 1903, 1905, 1928 e 1957 – centinaia di vittime e feriti. Nonostante le innovazioni, riscosse immense critiche per i sacrifici umani.
La loro ubicazione è testimoniata dalla Strada Statale 190 delle Solfare, arteria che collega Canicattì a Gela e attraversa molte di queste aree di estrazione.
Valorizzazione e memoria: musei e percorsi
Oggi diverse ex‑zolfare sono state convertite in musei:
- Il Museo Mineralogico, Paleontologico e della Zolfara di Caltanissetta (ex scuola Mottura), con 5 000 campioni, strumenti e plastici.
- Il Museo della Miniera Trabia‑Tallarita, visitabile per mostrine storiche, documentari e plastici dei vecchi impianti.
- Il Museo della Zolfara a Montedoro, situato in riva alla solfara, racconta la vita dei minatori tramite plastici e fotografie.
Parallelamente, percorsi storico‐sentieristici come i “Percorsi delle Solfare” di Trabia‑Tallarita sono stati inaugurati nel 2010, offrendo interpretazione artistica, degustazioni locali e visite guidate.
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