Il parroco di Santa Lucia scrive alla Camusso: “L’Eni ha le sue responsabilità”

 
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Gela. Slitta l’incontro al ministero Sviluppo economico per discutere del futuro della Raffineria di Gela. Rimangono confermate le due giornate di sciopero per tutelare il futuro e i posti di lavoro per 3500 dipendenti, tra diretto e indotto del petrolchimico.

La prima giornata, relativa allo sciopero territoriale, è stata proclamata dalle segreterie sindacali di Cgil, Cisl e Uil per lunedì prossimo (28 luglio). Si unirà ai cori di protesta che partiranno da Gela anche Susanna Camusso, leader della segreteria sindacale Cgil.

Da Gela don Luigi Petralia, parroco della chiesa Santa Lucia, è tornato ad occuparsi dei lavoratori della Raffineria. Questa volta l’ha fatto scrivendo una lettera alla Camusso. “La nuova linea di intervento di Eni – scrive don Petralia – cerca di limitare il debito di 15 miliardi senza promuovere innovazione e sviluppo occupazionale. Sembra assistere più ad operazioni di finanza che di impegno industriale. Certamente il motivo principale di tali direttive è la crisi internazionale. Ma non può esserci solo questa motivazione. L’Eni – prosegue – ha le sue responsabilità morali ed economiche, a causa della politica interna che ha assunto in questi ultimi anni, arrendendosi di fronte alla sfida delle nuove tecnologie. Operando in questo senso l’Eni, in qualche modo, è come se assolvesse e promuovesse il gruppo dirigente precedente continuando sulla stessa linea di declino. Questa Lettera che Le invio – conclude don Petralia – vuole essere una partecipazione ulteriore al cammino di »uscita dalla crisi« che investe l’Italia e ancor più il Meridione».

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