Il maxi centro direzionale mai realizzato, per il cantiere di via Venezia arriva un’altra condanna

 
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Il cantiere è fermo da anni e ormai irrealizzabile

Gela. Il cantiere è fermo da anni a seguito di una lunghissima serie di vicissitudini, soprattutto giudiziarie.

La messa in sicurezza mai eseguita. Arriva una nuova condanna per la vicenda di quello che doveva essere un maxi centro direzionale nel cuore di via Venezia. Tre mesi di reclusione all’imprenditore agrigentino Giuseppe Burgio, già titolare della Hopaf srl, società che acquistò l’area per la realizzazione dell’opera. In base alle accuse mosse dai magistrati della procura, l’imprenditore non avrebbe adempiuto a quanto indicato in una serie di ordinanze comunali, che imponevano la bonifica e la messa in sicurezza dell’area di cantiere, attualmente sotto sequestro nell’ambito di un’altra indagine che riguarda proprio l’imprenditore agrigentino. Il verdetto di condanna è stato emesso dal giudice Antonio Fiorenza e il pm Pamela Cellura ha ribadito, anche in aula, l’esistenza di elementi certi di colpevolezza in capo proprio a Burgio. I provvedimenti emessi dai tecnici comunali, infatti, non vennero mai adempiuti. Solo di recente, si è provveduto allo smontaggio delle gru presenti all’interno dell’area compresa tra via Venezia, via Morzart e via Zucchetto, a ridosso del commissariato di polizia.

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