Il mastro Don Gesualdo di Guarneri apre la stagione teatrale all'Eschilo
Gela. Con il romanzo di Giovanni Verga “Don Mastro Gesualdo” con Enrico Guarneri si apre sabato 19, alle ore 21 (turno A degli abbonati), la stagione teatrale 2013-2014 all’Eschilo” di Piazza Salan...

Gela. Con il romanzo di Giovanni Verga “Don Mastro Gesualdo” con Enrico Guarneri si apre sabato 19, alle ore 21 (turno A degli abbonati), la stagione teatrale 2013-2014 all’Eschilo” di Piazza Salandra a Gela. La regia è di Guglielmo Ferri.
La replica per gli abbonati del turno B domenica 20 ottobre alle ore 17,30. In Mastro-don Gesualdo il Verga narra le vicende di un ex muratore, che con la sua tenace laboriosità è riuscito ad arricchirsi. Non gli basta però la potenza economica, egli mira ad elevarsi socialmente e sposa Bianca Trao, una nobile decaduta che ha avuto una relazione amorosa col cugino Rubiera ed è stata da lui lasciata, perché la madre, la baronessa Rubiera, si è opposta al matrimonio riparatore. Il matrimonio con Bianca non porta a Mastro-don Gesualdo la sperata soddisfazione, perché, ora che è diventato “don”, si sente escluso non solo dalla plebe dalla quale proviene, ma anche dal mondo aristocratico, che lo considera un intruso e lo tratta con distacco. Egli porta nei due titoli che precedono il nome “Mastro-don Gesualdo” il suo dramma: per la plebe è diventato un “don”, un signore quindi, e perciò appartiene a un altro mondo; per gli aristocratici rimane il “mastro” di sempre, e quindi è un estraneo al loro mondo. Ma il dolore maggiore gli deriva dal non sentirsi amato né dalla moglie né dalla figlia Isabella, che, d’altra parte, non è propriamente sua figlia, ma è nata dalla relazione di Bianca con Ninì Rubiera. Egli, che ignorava tutto ciò, fa educare la figlia in un collegio di nobili e la vizia accontentandola in tutti i desideri. Ma poi si scontra con lei quando Isabella si innamora del cugino Corrado La Gurna, e la fa sposare ad un nobile palermitano. Mastro-don Gesualdo, che nel frattempo ha perduto la moglie, è costretto a lasciare il paese in rivolta per i moti del ’48; poi, essendosi ammalato di cancro, va ad abitare a Palermo nel palazzo della figlia dove assiste allo scempio delle proprie ricchezze e muore solo e abbandonato da tutti.
Sono ancora disponibili abbonamenti e biglietti. Per l’acquisto rivolgersi al botteghino aperto tutti i giorni alle 17,30 alle 20,30.
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