Mazzarino. Il laboratorio “PeR” chiede le dimissioni del sindaco Faraci. Lo fa attraverso il segretario del circolo mazzarinese, Carmelina Cremone. “Necessita come non mai un forte richiamo alla politica perché riassuma un ruolo e una autorità che sembrano smarrite. Oggi più di ieri però la politica difetta di coerenza tra le cose che vengono proclamate e le scelte concrete che vengono compiute. Si è credibili nella misura in cui le nostre azioni sono riflesso delle cose in cui crediamo e che enunciamo. Vero che è più facile credere in quel che si deve fare, che fare ciò in cui si crede, ma la credibilità e la affidabilità di ciascuno passano inevitabilmente attraverso le scelte che compiamo, ogni giorno – dice – anche la nostra comunità, attende e spera che la politica faccia il salto di qualità, da intendersi non necessariamente come ricambio generazionale, solo anagrafico, bensì come cambio culturale e mentale per contribuire veramente al conseguimento del bene di tutta la nostra città. Oggi, il sindaco sta sperimentando la difficile arte del mediare, del mettere insieme interessi diversi, caratteri diversi e culture diverse. Decide che a poco più di otto mesi dalla formazione della giunta sia utile mandare tutti a casa per rilanciare l’azione amministrativa. Almeno, così dice. Anche in questa circostanza, dimostrano ancora di più di essere divisi più di prima, divisi sulle persone, non sui progetti, perché di questi nessuno parla. Gruppi, sottogruppi, con l’unico intento di condizionare o mettere all’angolo entità che nel frattempo sono diventate minoranza dentro la maggioranza. Con la politica del privilegiare l’apparire, rispetto all’essere. Perché cessino i giochi, cessi il mettere ai posti di comando le persone che rispondono solo ai nostri, non sempre nobili, progetti, che non vanno nella direzione del bene comune, bensì rispondono a disegni strategici che continuano a privilegiare solo l’appartenenza rispetto alla cittadinanza”. Cremone aggiunge inoltre che “la strada più utile per la nostra città, la sola via che abbiamo, se vogliamo nei fatti recuperare la politica alla sua nobile arte e non vogliamo invece renderla vittima di squallidi interessi di parte è la ricerca del bene comune, che trascende il piccolo orticello e recupera il respiro del grande nobile impegno, che porta tutti ai piani superiori. Vale la pena sottolineare ancora una volta che si rimane credibili nella misura in cui si attua ciò che si predica, anche a costo di dover perdere pezzi del proprio potere e del proprio prestigio personale, quando in gioco ci sono interessi più generali e più nobili di una comunità che continua ad attendere per riorganizzare una speranza nuova, di un ritrovato entusiasmo per potersi ancora spendere in vista del vero bene di tutti. Credo che il primo e più credibile ricambio dovrebbe riguardare la strategia da porre in essere per conseguire quest’obiettivo, anche se non sfugge a nessuno, che oggi, presi dal desiderio di voler bruciare ogni tappa non si è più disposti a percorrere la difficile, ardua, salita del servizio, essendo più appetibile la comoda strada del potere. Più che continuare a essere censori degli altri, siamo tutti chiamati a fermarci un attimo e a riflettere. Si stanno privilegiando gli interessi dell’appartenenza, rispetto a quelli della cittadinanza? E’ indubbio che se a ogni consultazione locale si intende dare valenza e significato politico, la realtà è quella di dettare ordini di scuderia e condizionare persino le scelte degli amministratori con probabile danno alla nostra comunità e agli stessi elettori. La riflessione non esclude chi, ricoprendo ruoli politici di leader a livelli più alti, è chiamato più e prima degli altri a essere onesto con sé stesso e con la comunità locale, dalla quala si continua a succhiare consenso e potere”.
L’invito è rivolto al primo cittadino. “Signor sindaco attendiamo e tutta la citta attende un suo gesto che rimetta nelle mani degli elettori il futuro di Mazzarino”, conclude Cremone.