Gela. Il candidato del Movimento Cinque Stelle, Domenico Messinese, è stato il più suffragato nella tornata elettorale per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale . Sfida a due. Ha ottenuto il 24,25 percento pari a 8.593 voti. Al secondo posto, dopo un lungo testa a testa, è arrivato il sindaco uscente Angelo Fasulo. L’esponente del centro sinistra ha ottenuto 179 preferenze in meno e il 23,74 percento, grazie al supporto delle sue cinque liste. Un risultato utile per staccare l’esponente autonomo del centro destra, Lucio Greco, e piombare con Messinese al ballottaggio. I gelesi decideranno il nome del primo cittadino il prossimo 14 giugno. In attesa del verdetto finale, si lavora già sulle possibili alleanze. Da una parte Lucio Greco, potrebbe decidere di sostenere la corsa di Messinese per agevolare, in caso di successo, l’ingresso in Aula di un suo rappresentante. Il primo dei noi eletti, attualmente, è Salvatore Rinzivilo candidato per la lista “Un’altra Gela”. Per lo stesso motivo, ma in area di centro sinistra, Pino Federico, deputato all’Ars con la “nuova” casacca di Forza Italia, potrebbe tornare tra i ranghi e cercare un posto al sole con gli storici alleati. La motivazione è chiara. In caso di vittoria di Fasulo, la sua lista “Autonomisti per Gela” conquisterebbe il terzo seggio tra gli scranni del consiglio comunale. Stessa cosa per “Gela città”. Tra chi potrebbe decidere di allearsi con Fasulo ci sarebbe Giuseppe Di Dio. Ad affermarlo è stato Rosario Crocetta, presidente della regione, nel commentare i risultati dello sfoglio elettorale. Sicuramente non rimarranno con le mani in mano Lillo Speziale ed Enrico Vella. Quest’ultimo, difficilmente digerirà il verdetto delle urne che ha collocato il fratello Emanuele nel purgatorio dei “primi dei non eletti”. Una decisione sofferta e imposta dall’alto dopo che aveva deciso di puntare alla sindacatura correndo con la lista “Io cambio”, durata meno di una settimana. Stessa sorte per l’ormai ex deputato all’Ars, Speziale, sceso ufficialmente in campo con il genero Giuseppe Di Cristina e finito a ridosso degli eletti. L’ottimo consenso elettorale gli consente di farsi largo tra gli esclusi e sperare nello scorrimento delle liste con le nomine assessoriali. Tutti questi ragionamento potrebbero essere letteralmente travolti dalla voglia di cambiamento che aleggia nell’aria. La “corazzata” di centro sinistra in verità non è apparsa poi così coesa.
Crocetta e le possibili alleanze al ballottaggio. Il presidente della regione ha sottolineato la forza dimostrata della liste collegate al sindaco, ammettendo che Angelo Fasulo è stato capace di raccogliere appena il cinquanta percento dell’intero potenziale. “Forse avremmo dovuto fare ricorso alle primarie” – ha sottolineato Rosario Crocetta – che in piazza Umberto è stato l’unico a raccogliere i fischi della gente. Contestazioni che a detta del presidente della regione “sono legate ad una frangia di candidati che non ha nessun voto, solo la capacità di insultare ai limiti della diffamazione”. Secondo Crocetta, “al ballottaggio la cosa cambia. Il 10 per cento dei voti raccolti da Di Dio, che rimane in area Pd, potrebbero fare la differenza”, tendendo la mano a destra, aggiunge: “Non so cosa farà Lucio Greco”. La vicenda che potrebbe fare da ago della bilancia sul verdetto finale è sicuramente legata al progetto Eni sottoscritto il 6 novembre scorso che ha decretato la fine della raffinazione del petrolio in città. “Noi ci troviamo di fronte alla questione dell’Eni che non è stata capita – conclude Crocetta – E’ chiaro che la gente vede la chiusura dello stabilimento e non vede la riconversione. Chi non vuole i pozzi di estrazione e la raffinazione non può attribuire al sindaco Fasulo la responsabilità della chiusura dell’Eni”. Non la pensano allo stesso modo i rappresentanti grillini secondo i quali “il protocollo presenta aspetti importanti ma va completamente rivisto”.