Gela. Coinvolto nell’inchiesta antimafia “Agorà”, con l’accusa di essere uno dei vertici della stidda riorganizzata, il sessantenne Emanuele Palazzo non sarà più sottoposto all’obbligo della libertà vigilata, che gli era stato imposto. Il verdetto è stato formulato dai giudici del tribunale di sorveglianza di Caltanissetta. Una decisione che arriva dopo la richiesta presentata dal difensore di Palazzo, l’avvocato Maurizio Scicolone. Il legale ha sostenuto l’assenza delle condizioni che potessero giustificare una proroga della misura. Il sessantenne, attualmente libero dopo aver lasciato il regime detentivo del 41 bis, si sarebbe allontanato dagli ambienti criminali. Un percorso esposto dal difensore, che anche per questa ragione si è opposto alla conferma della misura.
A fine maggio, inoltre, i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno disposto una riduzione della pena, che il sessantenne ha ricevuto nell’ambito del procedimento scaturito dall’inchiesta “Agorà”. Una questione che non è ancora chiusa, dato che la difesa ha deciso di presentare un nuovo ricorso in Cassazione, ritenendo che i giudici d’appello non si siano conformati a quanto già disposto proprio dai magistrati romani rispetto alla rideterminazione della condanna da imporre a Palazzo.