Gela. I verdetti arriveranno solo a fine gennaio e le difese degli imputati, tutti
coinvolti nell’inchiesta antimafia “Malleus”, hanno comunque respinto le accuse mosse dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta.
La droga per i Rinzivillo. La scorsa settimana sono arrivate pesanti condanne per altri imputati, giudicati però dal collegio penale del tribunale di Gela, con l’eccezione di Salvatore Di Nicola, unico assolto. Davanti ai gup del tribunale di Caltanissetta, invece, le accuse dei pm vengono contestate ad Antonio Radicia, Giuseppe Domicoli, Baldassarre Nicosia, Giuseppe Placenti e Salvatore Stimolo. Per i pm, avrebbero fatto parte del gruppo di spacciatori che finanziava la famiglia mafiosa dei Rinzivillo. Tra le presunte menti del gruppo, un ruolo principale sarebbe stato quello di Antonio Radicia.
I suoi difensori, gli avvocati Davide Limoncello e Paola Turco, però, hanno del tutto respinto la ricostruzione. Radicia avrebbe spacciato ma non per i Rinzivillo, né avrebbe destinato i profitti della droga al finanziamento della famiglia. Una linea che i difensori hanno portato avanti. “Non ha mai spacciato per un gruppo mafioso”, hanno spiegato. In un biglietto, che venne trovato nella disponibilità proprio di Radicia, gli inquirenti individuarono i nominativi di altri presunti affiliati. “Erano solo suoi debitori, gli dovevano dei soldi”, hanno invece ribattuto i legali.
Accuse che sono state respinte anche dalle difese di Baldassarre Nicosia e Giuseppe Domicoli, sostenute dagli avvocati Giacomo Ventura e Cristina Alfieri. Giuseppe Placenti e Salvatore Stimolo, invece, sono rappresentati dagli avvocati Antonio Gagliano e Boris Pastorello.