Il Ghost Tour divide il centro storico: “Non evochiamo spiriti, raccontiamo la città”
Il Ghost Tour di Gela tra folklore e polemiche: commercianti preoccupati, l’ideatore difende l’iniziativa come cultura e identità.
Gela. Dove qualcuno vede un modo originale per riscoprire le radici della città, altri intravedono soltanto ombre.
Il Ghost Tour ideato da Daniele Maganuco, sta animando i vicoli più antichi di Gela con racconti, leggende e misteri popolari. Un progetto culturale nato per valorizzare il centro storico, ma che in poche settimane è diventato un caso: alcuni commercianti di un vicolo del centro storico pare che avrebbero minacciato querela, sostenendo che le “storie di fantasmi” spaventino i clienti in carne e ossa.
“Così la gente si spaventa e cambia strada”, avrebbe commentato un esercente della zona, solo in parte scherzando.
Maganuco, però, resta sereno: “Non evochiamo nessuno, raccontiamo la città attraverso le sue leggende. È un modo diverso per amare Gela, anche nelle sue ombre.”
Il Ghost Tour è una passeggiata notturna che unisce narrazione, performance teatrali e spiegazioni storiche.
“Niente sedute spiritiche — chiarisce l’ideatore — solo teatro popolare in chiave moderna. Recuperiamo storie che rischiano di perdersi.”
Nel secondo appuntamento, che ha registrato il tutto esaurito, Maganuco ha coinvolto una guida turistica e un ghost hunter — non un esorcista, ma un performer — per aggiungere un pizzico di mistero. “È intrattenimento culturale – dice - non paura.”
Eppure non tutti, tra i vicoli del centro, sembrano apprezzare. C’è chi teme un “danno d’immagine” e chi non ha gradito la definizione di “vicolo maledetto” usata in una tappa del tour.
Maganuco però difende il suo progetto: “Non pensavo che un’iniziativa del genere potesse creare una polemica. L’obiettivo è far conoscere la nostra identità attraverso le storie, non spaventare nessuno.”
Il Ghost Tour, alla sua seconda uscita, ha registrato il tutto esaurito, confermando la curiosità e la voglia di scoprire la città in modo nuovo.
Tra un fantasma e un aperitivo, intanto, Gela discute — ancora una volta — non di spettri, ma di cultura, turismo e identità.
Forse i veri fantasmi evocati da Maganuco sono quelli, ben più concreti, di una città che fatica a fare pace con la propria storia.
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