Gela. Sono ancora colme di polemiche le ore successive al funerale del boss Vittorio Casamonica, trasformato in una sorta di show per ricordare le “gesta” del re di Roma.
“Vietai l’uso della chiesa Madre”. Una scelta, quella di far celebrare le funzione religiosa nella chiesa romana di Don Bosco, che non trova il favore dell’ex vescovo della diocesi di Piazza Armerina Michele Pennisi, oggi arcivescovo di Monreale e membro del pontificio consiglio vaticano della giustizia e della pace. In un’intervista concessa a repubblica.it, Pennisi confronta il caso di Vittorio Casamonica con quello del boss gelese Daniele Emmanuello, ucciso nelle campagne ennesi di Villarosa il 3 dicembre del 2007 a conclusione di un maxi blitz. “Negai i funerali all’interno della chiesa madre – spiega Pennisi – ma acconsentii, soltanto per gli stretti familiari, alle esequie nella cappella del cimitero di Farello. Vigilò la polizia e io fui minacciato. Non è stato un bel momento”. Stando all’arcivescovo, “è inammissibile tutto lo show che è stato creato intorno alle esequie. Credo, però, che non spettasse al parroco vigilare ma a chi ha concesso i permessi”.