Gela. Tra quelli che si sono visti espropriare i terreni, destinati almeno sulla carta al fallimentare mega progetto fotovoltaico “Ciliegino” della cooperativa Agroverde, ci sono anche i soci dell’Airone. L’associazione gestiva l’aviosuperficie ricavata tra le contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio. Ovviamente, dopo l’avvio del “faraonico” progetto, arenatosi nell’arco di poche settimane, l’area dell’aviosuperficie non esiste più e i soci dell’Airone si sono trovati con niente in mano. Sfumata l’aviosuperficie e nessuna indennità per quanto perso. Così, è scattato un procedimento civile, dopo che Airone, attraverso i legali di riferimento, ha ottenuto un decreto ingiuntivo da 212 mila euro. In giudizio, si sono costituiti sia i legali di Agroverde sia quelli del Comune, che ha affidato l’incarico all’avvocato Maurizio Scicolone. Di accordi, però, neanche a parlarne. Sarà necessario attendere il verdetto dei giudici civili e i tempi lunghi di prassi. L’associazione, in questo caso, si è affidata all’avvocato Grazia Giannone.
L’aviosuperficie e non solo. “Dall’amministrazione comunale ci aspettavamo maggiore apertura – dice l’avvocato Giuseppe Nicosia che rappresenta Airone – di certo, non pensavamo che, addirittura, si opponesse al decreto ingiuntivo. Ma così è stato e adesso attendiamo il verdetto dei magistrati. Il danno per l’associazione è stato consistente. E’ stata persa anche l’autorizzazione dell’Enac, che è una delle basi più importanti per gestire questo tipo di strutture”. Allo stesso tempo, prima della pausa festiva, proprio Nicosia ha cercato di riattivare eventuali canali di dialogo con l’amministrazione comunale. “Ho chiesto, anche informalmente – conclude – se ci fosse la possibilità di organizzare una conferenza di servizi, non solo per la vicenda Airone, ma più in generale per valutare la situazione di tutti gli espropriati. Dal Comune, con in testa sindaco e vicesindaco, non è arrivata alcuna risposta”. Nelle ultime settimane, dopo aver accertato l’assenza di capacità finanziarie che consentano alla coop Agroverde di concretizzare l’intero progetto, si sono fatti avanti i rappresentanti della Frenell. L’azienda, attraverso l’avvocato Orazio Rinelli, ha confermato l’intenzione di prendersi l’intero progetto, ricominciando da zero e assicurando la copertura di tutti i costi d’esproprio. Allo stato attuale, però, tutto sembra tacere tra le stanze del municipio, mentre gli espropriati attendono da circa cinque anni.
Anche questo gravissimo caso e figlio di politicanti………. L ennesimo caso di ingiustizia sociale da parte dello stato nei confronti del popoplo. Risultato: terreni espropriati, sordi nenti danni subiti innumerevoli pirchi poi ti mangi puri i sordi ppi l avucatu. Colpevoli nessuno! Solo passerelle politiche. ! Io mi sono sempre posto una domanda: come si sente un prete quanto viene a sapere, A distanza di anni che, L opera che fu chiamato a benedire ,non e mai stata completata anzi e divenuta opera di ingiustizia sociale ?