Gela. Quasi cinque anni di nulla.
La Frenell vuole il progetto. Un maxi progetto, quello della cooperativa Agroverde, che avrebbe dovuto assicurare sviluppo e posti di lavoro alternativi alla fabbrica Eni, si è trasformato in un enorme buco, a danno soprattutto dei tanti proprietari che hanno perso i terreni tra le contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio. “Noi, i nostri passi li stiamo facendo, con garanzie bancarie e finanziarie solide – spiega l’avvocato Orazio Rinelli che rappresenta la Frenell Sicily srl – abbiamo certificazioni per la copertura di circa duecento milioni di euro”. In sostanza, i manager della Frenell vorrebbero rilevare tutto il progetto, iniziando dal pagamento degli gli espropri. Il finanziamento del Cipe da oltre quaranta milioni di euro, già dallo scorso febbraio, rischia il definitivo tramonto. “Da febbraio – spiegano lo stesso Rinelli e i legali dei proprietari espropriati – è stata attivata la procedura di definanziamento, al momento solo sospesa”. La Frenell Sicily srl farebbe, però, sul serio. A Roma, nel corso dell’ultimo incontro tenutosi a livello ministeriale, quelli di Agroverde non c’erano. C’erano solo l’amministrazione comunale e i referenti di Frenell. “Amministrazione comunale e consiglio – spiegano i legali – devono prendere atto di ciò che è accaduto. Agroverde, come già certificato, non ha le capacità finanziarie per la copertura del progetto. Bisogna revocare tutti gli atti finora emessi”.
In questo modo, ai responsabili di Agroverde rimarrebbe in mano solo l’autorizzazione unica regionale, che scade a febbraio. Molti proprietari, rappresentati dall’avvocato Rosario Lumia, ma anche gli esponenti dell’associazione Airone (con il legale che ha dovuto dire addio all’aviosuperficie, espropriata anche quella, con il legale Giuseppe Nicosia, si sono riuniti, nel tentativo di fare chiarezza su quanto sta accadendo. L’unica vera offerta, a questo punto, sarebbe quella di Frenell, azienda disposta anche a partire da zero, realizzando la struttura necessaria alla produzione dei pannelli da utilizzare nel maxi impianto da realizzare. Un progetto, quello di Agroverde, certamente nato male, con cantieri partiti e mai più riattivati, mentre centinaia di ex proprietari aspettano ancora le indennità. Tante ombre si sono addensate sulla fideiussione che avrebbe dovuto tutelare l’ente comunale dall’eventuale fallimento del progetto. Procedura d’esproprio mai conclusa, con la relativa delibera di consiglio comunale, come si legge in una comunicazione ufficiale inviata dal legale di Frenell agli uffici comunali, “scaduta nell’ottobre del 2016 e non prorogata”. Adesso, la palla passa alla politica, con la nuova giunta che dovrà chiudere il cerchio, sempre che ci sia la volontà di fare definitivamente luce su un progetto che doveva cambiare le sorti economiche della città, subito trasformato nell’ennesimo intrigo fatto di tante parole e pochissimi atti concreti.