Il fiume poco conosciuto di Caltanissetta che custodisce una storia antica e sorprendente
Il fiume Braemi, affluente dell’Imera, scorre in provincia di Caltanissetta creando l’invaso Olivo e nascondendo una storia millenaria.
Tra le valli interne della provincia di Caltanissetta, lontano dalle rotte turistiche, scorre un corso d’acqua poco conosciuto ma fondamentale per il paesaggio del Nisseno: il fiume Braemi. Questo affluente dell’Imera Meridionale, lungo circa 40 chilometri, è uno dei protagonisti silenziosi della rete idrografica siciliana. Le sue acque alimentano l’invaso Olivo, un bacino artificiale di vitale importanza per l’agricoltura e per la regolazione idrica del territorio. Nonostante la sua apparente modestia, il Braemi attraversa un’area carica di memorie storiche e di biodiversità, che unisce geologia, archeologia e vita rurale.
Un affluente strategico dell’Imera Meridionale
Il Braemi nasce nei pressi dei Monti Erei e scorre per gran parte del suo corso attraverso il territorio di Mazzarino, fino a immettersi nell’Imera Meridionale, il più lungo fiume della Sicilia. Il suo percorso è caratterizzato da tratti incassati tra colline argillose e paesaggi rurali tipici dell’entroterra nisseno. Questo fiume ha un ruolo idrografico importante: contribuisce al bilancio idrico del sistema fluviale dell’Imera, che sfocia nel Golfo di Gela dopo aver attraversato la piana omonima. Il collegamento tra Braemi e Imera spiega anche la presenza di numerosi siti agricoli e archeologici lungo le sue sponde, eredità delle antiche civiltà che popolavano queste valli fertili.
L’invaso Olivo: una diga tra agricoltura e paesaggio
Uno degli elementi più caratteristici legati al Braemi è l’invaso Olivo, una diga artificiale che sfrutta il corso del fiume per raccogliere e regolare le acque destinate a irrigare i campi del comprensorio agricolo circostante. Questo bacino non solo garantisce risorse idriche costanti in una zona soggetta a lunghi periodi di siccità, ma ha anche plasmato il paesaggio, creando un habitat favorevole per numerose specie di uccelli acquatici e fauna tipica delle zone umide. L’invaso è diventato, nel tempo, un punto di riferimento per gli abitanti e un potenziale attrattore per chi è interessato al turismo naturalistico e al birdwatching nell’entroterra siciliano.
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