Il finanziamento da trentamila euro saltò, due commercianti locali sul lastrico: a processo il promotore

 
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Gela. Un finanziamento da trentamila euro, almeno sulla carta, già sbloccato e pronto ad essere garantito ad una coppia di commercianti locali. Niente finanziamento. In realtà, i soldi non vennero mai messi a disposizione, almeno dal promotore che si occupò dell’intera procedura, incassando anche somme ulteriori richieste agli esercenti. Così, lo stesso promotore è finito a processo davanti al giudice Ersilia Guzzetta. A sporgere denuncia furono proprio i titolari dell’attività commerciale che si erano rivolti a Rosario Ruffino, all’epoca dei fatti referente di Confeserfidi. “Dopo oltre un anno – hanno spiegato in aula i due commercianti – i soldi non arrivavano. Abbiamo scoperto anche firme false. Avevamo già assunto impegni con i fornitori e con il proprietario del nuovo immobile scelto per trasferire la nostra attività ed ingrandirla. Senza i soldi del finanziamento, però, ci siamo trovati con nulla in tasca”. L’imputato, alla fine, avrebbe fatto perdere le proprie tracce, dopo essere stato licenziato anche dal consorzio titolare della procedura di finanziamento. Per questo motivo, i due esercenti si sono costituiti parte civile con l’avvocato Nicoletta Cauchi. Entrambi hanno risposto alle domande del pubblico ministero Sonia Tramontana e del difensore dell’imputato. Da quanto emerso, l’imputato non avrebbe neanche indicato ai due esercenti la presenza di alcuni protesti bancari che erano alla base del blocco del finanziamento. “Tutto ciò ci venne comunicato solo dopo dai responsabili del consorzio – hanno concluso – stando a Ruffino, invece, i soldi sarebbero dovuti arrivare sul nostro conto entro pochissimi giorni”.

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