Il feudo siciliano che divenne principato e scatenò una rivalità senza precedenti
Il Principato di Butera, creato nel 1563, fu il primo stato feudale elevato a rango principesco in Sicilia, simbolo di potere nobiliare.
Il Principato di Butera rappresenta una delle pagine più affascinanti della storia feudale siciliana. Creato nel 1563 per volontà di Filippo II di Spagna, questo territorio divenne il primo stato feudale siciliano elevato a rango principesco, segnando un punto di svolta nella gerarchia nobiliare dell’isola. La cittadina di Butera, situata oggi nella provincia di Caltanissetta, era già nota per la sua posizione strategica e la ricca storia medievale, ma con il titolo principesco acquisì un ruolo di primo piano negli equilibri politici del Regno di Sicilia.
Dalla contea al principato: l’ascesa dei Moncada
Nel Medioevo Butera era stata una contezza ambita, contesa da Normanni, Aragonesi e grandi famiglie feudali. Con il XVI secolo, il controllo passò ai Moncada di Paternò, una delle casate più potenti della Sicilia. Nel 1563 il sovrano spagnolo Filippo II riconobbe il prestigio e l’estensione del loro dominio, elevando la contea di Butera a principato: un titolo che conferiva poteri e onori superiori, paragonabili a quelli dei più grandi casati europei. Questo riconoscimento trasformò Butera in un simbolo di potere nobiliare e in un punto di riferimento per le dinamiche politiche dell’isola.
Il potere e la rivalità nel cuore della Sicilia
L’elevazione a principato rese Butera fulcro di rivalità con altri feudi siciliani, soprattutto con le vicine terre di Mazzarino e Gela. Il nuovo status garantiva ai Moncada privilegi economici, giurisdizionali e militari: la possibilità di battere moneta locale, gestire vasti latifondi e controllare rotte strategiche verso il mare di Gela. Questo accrebbe sia la loro influenza politica sia le tensioni con altri nobili e con la stessa corona, che spesso cercava di limitare l’autonomia dei grandi feudatari. Ancora oggi le testimonianze di quel periodo – il castello, le mura medievali e le chiese patronali – raccontano l’epopea di una città che per secoli fu sinonimo di potere e ambizione.
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