Gela. I tre periti scelti negli scorsi mesi dai magistrati della procura non hanno ancora concluso tutti gli accertamenti sul caso del feto morto nel grembo della giovanissima madre, appena ventunenne. La morte sospetta. La denuncia, a settembre, venne presentata dai familiari della ragazza. La morte del feto fu accertata durante uno degli ultimi esami, precedenti al parto, effettuato all’ospedale Vittorio Emanuele. Fino a quel momento, nessuna anomalia era stata segnalata alla madre. A pochi giorni dal parto, però, arrivò il drammatico annuncio. I magistrati della procura avviarono i primi accertamenti e due medici sono finiti tra gli indagati. Il collegio peritale deve verificare l’eventuale connessione tra la perdita del feto e possibili responsabilità mediche. Allo stato attuale, però, le verifiche e il confronto tra gli esperti sarebbero ancora in atto. Sia gli indagati sia i familiari della giovane madre avevano già provveduto a nominare propri consulenti di parte. La relazione finale dovrebbe servire a fare maggiore chiarezza su quanto accaduto e su eventuali responsabilità dei medici in servizio all’ospedale Vittorio Emanuele, dove giunsero sia i poliziotti sia i carabinieri dopo la prima segnalazione della giovane e dei familiari. Proprio la famiglia ha già scelto di farsi rappresentare da legali di fiducia, gli avvocati Flavio Sinatra e Raffaela Nastasi. I medici, con l’avvio dell’indagine, hanno provveduto alla nomina dei difensori, tra questi l’avvocato Mirko Maniglia.