Il “consorzio” della mafia voleva controllare il nord Italia: arrestati i fratelli Nicastro e Bonvissuto

 
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Uno dei presunti summit di mafia seguiti dagli investigatori

Milano. C’erano anche i gelesi, secondo i pm dell’antimafia milanese, nel “consorzio” che sarebbe nato per mettere insieme ‘ndrangheta, camorra e mafia siciliana. Tra gli undici arrestati nell’operazione coordinata dalla Dda di Milano e condotta dai carabinieri, ci sono Rosario Bonvissuto e i fratelli Dario Nicastro e Francesco Nicastro. In manette anche Gioacchino Amico, Francesco Bellusci, Giacomo Cristello, Giuseppe Fiore, Pietro Mazzotta, Massimo Rosi, Sergio Sanseverino e Giuseppe Sorce. I reati contestati a vario titolo sono porto d’armi, due estorsioni aggravate dal metodo mafioso, una minaccia aggravata, traffico di droga, spaccio, ed evasione fiscale. Le undici misure sono le uniche autorizzate dal gip su un totale di 153 richieste dai pm. Per gli inquirenti, nel nord Italia le mafie volevano fare quadrato. Insieme in un “consorzio” che avrebbe gestito il traffico di droga, le estorsioni e affari che arrivavano anche all’edilizia. L’hinterland milanese pare fosse un punto di riferimento. Ci sarebbero stati contatti anche con esponenti della politica territoriale.

L’inchiesta nasce a partire dal monitoraggio sulla riattivazione della locale di ‘ndrangheta a Lonate Pozzolo e si allarga seguendo un caso di lupara bianca. E cioé la scomparsa di Gaetano Cantarella, legato al clan Mazzei di Catania, ma secondo il pentito Emanuele De Castro collegato a Massimo Rosi, il quale su ordine del boss Vincenzo Rispoli, stava riattivando la locale di Lonate. Pare che i gelesi gravitassero nell’area della provincia di Varese, da sempre con presenza originaria della città. Sono stati disposti sequestri per circa duecento milioni di euro.

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