Gela. Dopo 40 anni l’Aias è costretta ad interrompere il servizio di trasporto dei pazienti. La struttura di Borgo Manfria diretta da Anna Maria Longo non ha potuto fare altro che diramare la notizia ai familiari, letteralmente scossi dal rischio di dovere lasciare i loro figli a casa con il pericolo concreto di perdere anche il diritto alle cure. Tra tutte Maria Catania, è scoppiata in lacrime perché preoccupata di dovere negare le cure ai propri figli dopo oltre dieci anni di assistenza professionale sfociata in miglioramenti dello stile di vita. “Da lunedì il trasporto sarà sospeso – spiega Maria Catania -. Fermarsi significa non garantire più progressi ai miei figli. L’amministrazione deve ripristinare il servizio destinato a tutti i disabili”.
L’assessore comunale alla Sanità, Nadia Gnoffo, getta acqua sul fuoco convinta di potere risolvere la questione in tempi brevi, come confermato anche dal sindaco, Lucio Greco, “stiamo lavorando per garantire questi servizi essenziali e obbligatori – ammette il primo citadino – anche se dobbiamo fare con le esigue risorse economiche del Comune”.
Intanto, da lunedì mattina, a farne le spese saranno i pazienti appartenenti alle famiglie meno agiate e impossibilitate ad recarsi quotidianamente al centro Aias.
Sicuramente un provvedimento pesante per l’aias ma non dimentichiamo che è una struttura convenzionata che viene molto ben pagata per ogni singolo paziente. Diciamo che dopo 40 anni di “beneficenza” da parte del comune, possono stringere la cinghia anche loro e pagarlo a proprie spese il servizio navetta. Cosa che già fanno altre associazioni che non vengono minimamente considerate dalla regione/asp/comune… direi invece di reinvestire i soldi risparmiati con questo provvedimento per dare assistenza alle persone letteralmente ABBANDONATE (anche dai propri familiari) a casa con malattie degenerative.