Il complesso trecentesco gelese che nasconde una cripta settecentesca misteriosa

Nel cuore di Gela sorge il Convento dei Cappuccini: un tesoro trecentesco con cripta settecentesca ricca di storia e fascino.

A cura di Redazione
09 settembre 2025 11:00
Il complesso trecentesco gelese che nasconde una cripta settecentesca misteriosa - Foto: Artax Nigrum/Wikipedia
Foto: Artax Nigrum/Wikipedia
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Nel cuore del centro storico di Gela, lungo la storica via Cappuccini, sorge uno dei complessi monastici più antichi e suggestivi della città: il Convento dei Cappuccini. Fondato nel XIV secolo, questo edificio custodisce una cripta settecentesca che racconta secoli di devozione, arte e vicende umane legate all’ordine dei Frati Minori Cappuccini, protagonisti della vita religiosa gelese. Il convento, oltre a rappresentare un importante riferimento spirituale, è anche un raro esempio di architettura monastica medievale sopravvissuta agli eventi bellici e ai terremoti che hanno colpito la Sicilia.

Un complesso medievale nel cuore di Gela

Il Convento dei Cappuccini di Gela venne edificato nel Trecento, in un’area che all’epoca si trovava fuori dalle mura cittadine. I frati cappuccini, seguaci della regola di San Francesco, lo concepirono come luogo di ritiro, preghiera e accoglienza per i poveri e i pellegrini. L’impianto architettonico originario, semplice e severo, rifletteva la sobrietà dell’ordine: un chiostro centrale, celle monastiche e una chiesa annessa con navata unica. Nel corso dei secoli, l’edificio subì diversi rimaneggiamenti, ma conserva ancora oggi parti della muratura medievale e tracce di affreschi originari.

La cripta settecentesca e le sepolture dei frati

Sotto la chiesa del convento si apre la cripta settecentesca, realizzata per accogliere le sepolture dei frati cappuccini e di alcuni notabili locali. Questo ambiente ipogeo, scavato nel tufo, è caratterizzato da nicchie e loculi che rivelano l’antica pratica della conservazione dei corpi in posizione eretta, tipica delle comunità cappuccine dell’epoca. Le visite alla cripta consentono di cogliere un raro spaccato di spiritualità e usanze funerarie del Settecento, restituendo al visitatore un’atmosfera sospesa tra fede e memoria storica.

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