Il “cavallo di ritorno” dopo il furto della Bmw, inchiesta “Extra fines”: imprenditore vittima dei Rinzivillo

 
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Gela. Tra le pieghe della maxi inchiesta “Extra fines” venne ricostruito anche il presunto “cavallo di ritorno” imposto ad un imprenditore. La Bmw di proprietà di Emanuele Mondello, titolare di aziende attive nel settore edile, sarebbe stata rubata, con la successiva imposizione di un possibile prezzo per il “riscatto”. L’imprenditore è parte civile nel giudizio abbreviato che si sta tenendo davanti al gup del tribunale di Caltanissetta, nei confronti del boss Salvatore Rinzivillo e di alcuni presunti fiancheggiatori. Un mese fa, i pm della Dda di Caltanissetta hanno concluso, chiedendo pesanti condanne, per un totale di oltre novanta anni di carcere. Il legale dell’imprenditore, l’avvocato Vittorio Giardino, ha sostenuto le richieste giunte dall’accusa e ha spiegato le ragioni dell’imprenditore, che già in passato venne messo nel mirino dai clan locali. A conclusione della lunga requisitoria, i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta hanno chiesto diciotto anni di reclusione per Salvatore Rinzivillo, dodici anni per il suo presunto luogotenente in Germania Ivano Martorana, dieci anni e otto mesi al carabiniere Marco Lazzari, dieci anni ad Aldo Pione, otto anni per Emanuele Romano e Rosario Pione, sei anni e otto mesi a Gaetano Massimo Gallo, cinque anni e otto mesi a Rolando Parigi, cinque anni e quattro mesi per l’avvocato Giandomenico D’Ambra, Alessandro Romano e Filippo Giannino. L’unica assoluzione è stata indicata per Giuseppe Flavio Gallo.

Il gruppo Rinzivillo, secondo le accuse, avrebbe imposto estorsioni e cercato di garantire lo sviluppo di aziende di fiducia, in settori come l’ortofrutta e il commercio ittico all’ingrosso. Tra gli affari che sarebbero stati gestiti, anche quello del traffico di droga, con ramificazioni in Germania. In aula, si tornerà a novembre e toccherà alle difese replicare alle richieste dei magistrati nisseni.

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