Gela. “Non c’è ancora nessuna azienda che abbia concretamente ribadito di voler investire in città. Ho l’impressione che il protocollo d’intesa di due anni fa e l’accordo di programma siano fermi al palo”. “Quale futuro avranno gli operai dell’indotto?”. Il consigliere comunale del Polo Civico Guido Siragusa appare piuttosto scettico rispetto a quanto sta accadendo intorno alla vicenda Eni. “Quel protocollo è stato firmato – spiega – senza considerare che fosse troppo sbilanciato verso il ciclo del petrolio che, adesso, viaggia su prezzi minimi. Vorrei capire, inoltre, se c’è veramente la volontà politica di proseguire verso le estrazioni in mare. Non credo, onestamente, che tutto sia fermo solo in attesa del giudizio del Consiglio di Stato. L’Eni è un’azienda e come tutte le società investe solo se ci sono le condizioni per farlo. Quest’anno, il Comune ha incassato circa il settanta percento in meno di royalties da Eni. Le bonifiche sono essenziali ma siamo sicuri che creeranno posti di lavoro a sufficienza?”. Il grande punto interrogativo, stando a Siragusa, sono soprattutto i lavoratori dell’indotto. “Inizialmente, era passato lo slogan dei posti di lavoro tutti salvaguardati – continua – abbiamo capito che non corrisponde a quanto sta accadendo. Perché dobbiamo perdere le professionalità di centinaia di metalmeccanici ed elettrostumentali? Che futuro gli stiamo prospettando? Dovranno diventare tutti pescatori visto che si parla solo di porto, come se fosse un regalo e non invece il frutto di soldi che spettano alla città come compensazioni?”. Da tempo, il consigliere del Polo Civico spinge verso il progetto dello yard industriale per un polo della metalmeccanica di alta specializzazione.
La campagna elettorale… “A questo punto – conclude – non escludo un settembre piuttosto caldo dal punto di vista sociale. Peraltro, oramai la campagna elettorale per le regionali è alle porte. Di certo, c’è chi sarà in grado di mettere tutti i problemi sotto ad un tappeto, come la polvere, nel tentativo di riconquistare consensi. E’ anche vero che non mancheranno i populisti, pronti invece a cavalcare l’onda. L’unica verità attuale è che la città rischia di perdere definitivamente anche i soldi che spettano di diritto. Dove sono finiti gli undici milioni delle compensazioni minerarie versati da Eni alla Regione? Ci sono note ufficiali che confermano lo storno verso capitoli diversi di spesa. Altri documenti in senso contrario, purtroppo, non ne ho proprio visti”.