Gela. Giovedì mattina gli operai della Ghelas hanno provveduto a rimuovere l’ultima recinzione ancora presente nell’area antistante a palazzo di giustizia. Era stata collocata nel pieno del contenzioso giudiziario aperto tra Comune ed ex proprietari delle aree sulle quali è stato realizzato il nuovo tribunale. Ad undici anni di distanza da quei fatti, arriva un altro verdetto dei giudici amministrativi del Tar di Palermo che hanno respinto la richiesta risarcitoria formulata dai legali della società La Frutta d’oro srl che aveva in locazione un box di vendita proprio nei pressi delle aree espropriate. Struttura che su decisione dell’allora giunta Crocetta venne abbattuta. Al titolare dell’azienda ortofrutticola fu assegnata un altro immobile in contrada Brucazzi. I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso dei legali escludendo che siano stati provati i danni subiti dalla perdita del box. Negli scorsi anni, proprio i giudici amministrativi avevano dato ragione al titolare rispetto all’esistenza di irregolarità amministrative nella procedura che condusse alla demolizione ma escludono l’esistenza degli estremi per ottenere un risarcimento dal Comune.
“Parte ricorrente non ha fornito alcun principio di prova in ordine ai presunti danni patrimoniali e non patrimoniali asseritamente subiti – si legge nella sentenza – in conseguenza della demolizione dell’immobile”. Viene escluso anche il danno all’immagine. “La ricorrente non fornisce la minima prova del concreto danno subito alla sua reputazione e alla sua immagine – continuano i magistrati amministrativi – a causa della temporanea sospensione dell’attività, rispetto alla quale, peraltro, è documentato che il Comune di Gela ha tempestivamente concesso in locazione una porzione di immobile ubicato in zona industriale, di proprietà dell’Asi di Gela, previa intesa raggiunta anche con la parte privata”.