Gela. Ergastolano e sottoposto a regimi carcerari di massima sicurezza, il sessantunenne Antonio Rinzivillo è da decenni ormai ritenuto a capo dell’omonima famiglia di cosa nostra. Un comando gestito insieme al fratello Crocifisso, a sua volta ergastolano. Con l’inchiesta “Extra fines-Druso” è emerso il ruolo anche di un altro fratello. Per gli inquirenti, sarebbe Salvatore Rinzivillo il nuovo capo, “delegato” proprio da Antonio e Crocifisso. Nonostante il carcere a vita, Antonio Rinzivillo ha comunque fatto delle scelte. Non ha mai collaborato con la giustizia, ma studia diritto e adesso sostiene gli esami del corso di laurea dell’università di Sassari. E’ attualmente detenuto proprio nel penitenziario della città sarda. Un particolare emerso durante l’udienza del giudizio “Extra fines”, tenutasi davanti al collegio penale del tribunale. Tra gli imputati, c’è proprio il boss che ha voluto rendere dichiarazioni spontanee.
“La mia cella è stata perquisita e mi sono stati sequestrati i libri – ha detto in video-collegamento – sto preparando l’esame di diritto penitenziario ma non ho più i libri”. Attraverso il suo legale di fiducia, l’avvocato Flavio Sinatra, ha avanzato direttamente in udienza la richiesta di dissequestro. Una perquisizione che risale ad alcuni giorni fa e che ha indotto il boss a chiedere di fare dichiarazioni spontanee dopo l’apertura del dibattimento.