Il borgo nisseno che custodisce storie di rivolte e tradizioni | Raccontato il suo incredibile passato
Villalba, il “paese bianco” nel cuore della Sicilia: storia, guerra, rivolte e tradizioni come le lenticchie e antichi riti.

Il borgo
Villalba, borgo arroccato a 620 m sulla valle del fiume Torto in provincia di Caltanissetta, nasconde segni di un passato millenario dietro le sue case bianche. Il territorio, abitato sin dall’epoca romana — come dimostrano reperti da fornace e statuetta di Mercurio — custodisce tradizioni arabo-normanne e nobiliari documentate dal XIII secolo.
Nel XVIII secolo, il barone Nicolò Palmieri cambiò ufficialmente il nome da Miccichè (dal fastigio arabo Michiken) a Villalba, fondandone il nucleo abitativo in memoria della Galizia e con la speranza di diffondere i toni bianchi delle sue case. Il borgo ha visto rivolte contadine (1875–1925) e la drammatica Strage di Villalba (1944), quando uomini legati a don Calogero Vizzini aprirono il fuoco durante un comizio comunista ferendo Li Causi e altri.
Storia locale
Il borgo serba ancora unità di misura tradizionali, come la "botte di olio" — cafiso di rotoli — pari a 7,934 kg, identica anche nei comuni vicini. Questo riflette un’economia agricola profondamente radicata: fagioli, pomodori e soprattutto le famosissime lenticchie di Villalba, riconosciute come PAT dalla Regione Siciliana.
Curiosità
La Chiesa Madre di San Giuseppe, eretta nel XIX secolo con statue e opere d’arte settecentesche, conserva una torre campanaria con orologio monumentale che segna ancora le ore dal cuore del paese
Inoltre, la processione del Venerdì Santo culmina nella Cappella del Calvario, dove un crocifisso viene sospeso tra tre croci su una collinetta, richiamando una devozione intensa tra i fedeli locali