Gela. Un inadempimento contrattuale che ha gravemente
danneggiato l’ente comunale.
Il caso Agroverde in giudizio. C’è questo dietro al ricorso che proprio il Comune si appresta a depositare sui tavoli dei giudici civili del tribunale. La vicenda del maxi polo agro-fotovoltaico della cooperativa Agroverde si è trasformata nuovamente in materia che verrà valutata dai magistrati. L’amministrazione comunale ha scelto di richiedere un maxi risarcimento per il progetto che avrebbe dovuto assicurare centinaia di posti di lavoro, ma che da quattro anni è fermo al palo. Gli unici effetti prodotti sono una mole ancora tutta da calcolare di debiti fuori bilancio, conseguenza degli espropri condotti dall’ente tra le contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio, e un’enorme area irrimediabilmente modificata. Entro le prossime settimane, il legale scelto dalla giunta, l’avvocato Filippo Incarbone, depositerà gli atti davanti ai giudici, chiamando a rispondere proprio i responsabili della cooperativa Agroverde. Il futuro del progetto è sempre più cupo. La giunta Messinese, dopo gli evidenti errori commessi da quella Fasulo e dal governo regionale del presidente Rosario Crocetta, non è ancora arrivata ad individuare un possibile investitore capace di mettere in circolo somme non inferiori ai duecento milioni di euro, ad iniziare da quelle necessarie al pagamento delle indennità spettanti agli espropriati. Tante incertezze si concentrano anche su una polizza fideiussoria, almeno sulla carta a garanzia dell’ente, che appare tutt’altro che solida. Intanto, per il legale del Comune, i responsabili di Agroverde avrebbero disatteso qualsiasi intesa contrattuale e per questa ragione verranno chiamati a risponderne in giudizio.