Gela. Ha ammesso di aver sparato e si è detto pentito
per quello che ha fatto.
Trubia ha ammesso di aver sparato. La confessione, davanti al giudice delle indagini preliminari, è arrivata dal ventiquattrenne Giuseppe Trubia, sentito in carcere a Balate. Insieme al coetaneo Saverio Di Stefano ha ricevuto, nelle scorse ore, una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, dopo quella dello scorso luglio, quando i carabinieri nel suo podere di contrada Fiaccavento scoprirono droga e un fucile, risultato compatibile con quello utilizzato solo qualche giorno prima per sparare contro un’abitazione privata di via Cascino e contro il bar Crispi. Il giovane ha parlato nel corso dell’interrogatorio di garanzia, successivo al blitz “Far West”, messo a segno da carabinieri e poliziotti che hanno ricostruito l’azione di fuoco dello scorso giugno, quando nell’arco di poche ore, in pieno pomeriggio, i colpi di fucile raggiunsero gli obiettivi prestabiliti, mettendo a rischio anche l’incolumità di due bambini.
Difeso dall’avvocato Filippo Incarbone, Trubia ha ricostruito quelle ore, escludendo qualsiasi responsabilità da parte dell’altro arrestato, Saverio Di Stefano. Il ventitreenne, stando alla versione resa, si sarebbe solo limitato a dargli un passaggio in auto, senza sapere quali fossero le sue intenzioni. Il difensore, davanti alla confessione, ha chiesto la revoca della misura della custodia cautelare. Trubia, era già detenuto dopo quanto scoperto dagli investigatori nel podere di contrada Fiaccavento.
Di Stefano nega le accuse. Davanti al gip, si è presentato anche Saverio Di Stefano. Difeso dall’avvocato Salvo Macrì, ha negato le accuse. Quel giorno, si sarebbe recato nell’ovile di Trubia, ma senza sapere che fosse pronto all’azione di fuoco. Così, ha ribattuto alle accuse contestate dai pm della procura, dichiarandosi del tutto estraneo ai fatti. Una versione, la sua, confermata proprio da Trubia. Tra i due, ci sarebbero stati solo rapporti di amicizia e Di Stefano, in qualche occasione, l’avrebbe aiutato a recuperare alcuni crediti vantati nei confronti di esercenti, riforniti con prodotti caseari.