Gela. Il ricorso è da respingere. L’ha sostenuto la procura generale rispetto alla vicenda del quarantatreenne Nicola Liardo, coinvolto nell’inchiesta “Donne d’onore”. I difensori di fiducia, gli avvocati Giacomo Ventura e Davide Limoncello, si sono rivolti ai giudici della Corte di Cassazione, per contestare il verdetto dei magistrati del tribunale del riesame di Caltanissetta, che hanno confermato l’ordinanza emessa nei confronti di Liardo, attualmente detenuto, accusato di aver organizzato, anche dal carcere, un giro di droga ed estorsioni, appoggiandosi ai familiari, a loro volta finiti nell’inchiesta.
L’inchiesta “Donne d’onore”. Per la procura generale, però, il ricorso è da respingere. I difensori, invece, hanno contestato le conclusioni del riesame, sostenendo l’assenza di elementi a supporto del fatto che Liardo, seppure detenuto, riuscisse a gestire affari illeciti, escludendo inoltre un suo ruolo nell’acquisto e nel successivo spaccio di droga. I giudici romani si pronunceranno nei prossimi giorni. Nelle scorse settimane, i pm nisseni hanno chiuso le indagini.