Gela. Nel giudizio di appello bis, arriva una riduzione delle condanne, già imposte a tre imputati, tutti coinvolti nella maxi inchiesta antimafia “Agorà”, che negli scorsi anni ha permesso di fare luce sulla riorganizzazione del gruppo locale della stidda. I giudici della Corte di Cassazione, infatti, avevano disposto l’annullamento parziale dei verdetti pronunciati contro Emanuele Palazzo, Giuseppe Alfio Romano e Massimiliano Tomaselli, con il rinvio proprio ai giudici di appello nisseni. Così, sono state in parte accolte le richieste dei loro difensori. Sette anni e sei mesi di reclusione per Palazzo, ritenuto il vero vertice del gruppo stiddaro, cinque anni e quattro mesi a Tomaselli e tre anni per Romano. La recidiva, come chiesto dal suo legale Maurizio Scicolone, è caduta per Emanuele Palazzo.
A chiedere di rideterminare l’ammontare delle condanne per Romano e Tomaselli sono stati i loro difensori di fiducia, gli avvocati Flavio Sinatra e Cristina Alfieri. I giudici, inoltre, hanno riconosciuto il diritto “alla refusione delle spese” in favore delle parti civili, compresa l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, rappresentate dall’avvocato Giuseppe Panebianco.