Gela. La Corte di Cassazione non si pronuncerà su una delle tante controversie sorte tra Palazzo di Città ed Enimed. L’oggetto della contesa rimane il pagamento dei tributi per le piattaforme della multinazionale, presenti lungo la costa locale. I giudici romani hanno disposto l’estinzione del giudizio, accogliendo la richiesta di rinuncia depositata dal legale che ha rappresentato il Comune, l’avvocato Ferdinando D’Amario. In questo caso, il ricorso verteva sul pagamento Ici per il 2008. La rinuncia, da parte del Comune, è stata formalizzata perché ormai quattro anni fa l’allora giunta Messinese chiuse una consistente transazione con Eni, da circa sette milioni di euro. Nell’accordo complessivo rientravano anche le somme per l’Ici del 2008, che dovevano essere al centro del giudizio di Cassazione. Le parti si impegnarono a rinunciare ai ricorsi, in alcuni casi già depositati. Nelle casse del municipio, entrarono i sette milioni, senza che l’amministrazione comunale pretendesse eventuali sanzioni. Per l’Ici non pagata nel periodo 2003-2004, al municipio spettarono oltre 679 mila euro. Dal 2005 al 2015, mancavano all’appello Ici, Imu e Tasi, per un totale superiore ai 6 milioni di euro (solo 846 mila euro erano già stati versati). I legali di Eni hanno accolto l’istanza di rinuncia e i giudici capitolini hanno dichiarato l’estinzione del giudizio. In questa vicenda, sia la Commissione tributaria provinciale che quella regionale avevano dato ragione alla multinazionale, escludendo che Palazzo di Città potesse pretendere il pagamento dell’Ici, per le piattaforme. Negli ultimi anni, si è però consolidata una giurisprudenza, che tende invece a ribaltare il principio, inquadrando le piattaforme delle corporations alla stregua di immobili, che in quanto tali vanno sottoposte ai tributi locali.
A gennaio, in municipio, è stato notificato un nuovo ricorso di Enimed. I legali dell’azienda hanno deciso di impugnare le decisioni della Commissione tributaria provinciale, che ha rigettato i loro ricorsi. Per la multinazionale, che opera con tre piattaforme al largo, non vanno versate al Comune le somme per la Tasi e per l’Imu, per i periodi dal 2016 al 2018. L’ammontare complessivo è di circa dodici milioni di euro, che non sono stati pagati al municipio. I giudici della Commissione tributaria provinciale di Caltanissetta, respingendo i ricorsi dell’azienda, hanno confermato la piena regolarità degli avvisi di accertamento che il municipio ha fatto notificare agli uffici dell’azienda. Enimed si è rivolta alla Commissione tributaria regionale, per un nuovo giudizio. L’amministrazione comunale ha deciso di costituirsi, affidando l’incarico all’avvocato Alessandro Dagnino, che insieme al collega Giancarlo Costa ha ottenuto la pronuncia favorevole dalla Commissione nissena. Sulla vicenda dei mancati pagamenti dei tributi le verifiche iniziarono durante il periodo dell’amministrazione Fasulo, quando l’allora consigliere comunale Giacomo Gulizzi chiese che si effettuassero gli approfondimenti sull’Ici per le piattaforme locali.