GELA. Un centro storico sporco, spoglio, degradato, paralizzato e umiliato dal perdurare di una serie di disagi e disattenzioni. Primo fra tutti la presenza del cantiere nel tratto di via Bresmes antistante la chiesa Madre. Questo, purtroppo il quadro di quello che dovrebbe essere il salotto della città, ma che invece da mesi è lasciato alla trascuratezza e all’incuria. Da più fronti, ormai, si elevano richieste di ripristino della viabilità, in modo, quantomeno, da ricominciare ad alleviare il maggiore dei disagi, causato dalla paralisi della via Bresmes, dove insiste ormai da troppo tempo il cantiere per la sostituzione della rete idrica cittadina, con lo scavo lasciato aperto e transennato dopo il ritrovamento di alcuni reperti archeologici. Fra i più impegnati a chiedere di far luce su questa vicenda, c’è Nuccio Mulè, appassionato di archeologia e cultore della storia di Gela. Il timore di Mulè è quello che il perdurare di questa paralisi finisca con una rivolta, a partire dai commercianti, i più penalizzati dagli accessi limitati al centro storico. Una rivolta, che potrebbe concludersi con il reinterramento dei ritrovamenti, ipotesi a cui Mulè non vuole proprio pensare. “Il problema del blocco, afferma Mulè, per quanto se ne sappia, riguarda una cisterna di epoca greca, relativa allo stesso scavo archeologico, su cui la Soprintendenza può intervenire solamente con personale specializzato che non è più l’archeologo. Personale specializzato che non si sa nè chi sia, nè da dove dovrà arrivare. Quindi tra Regione, Soprintendenza di Caltanissetta e Comune di Gela non si riesce a far quadrare la situazione e sopperire alla chiusura della stessa via che perdura già da diversi mesi creando malcontento e proteste tra i commercianti del centro storico murato compresi i cittadini per quanto riguarda il traffico veicolare. Forse si è in presenza di un corto circuito istituzionale?” Proprio Mulè aveva avanzato una proposta per il ripristino della viabilità, proposta, a suo dire, ragionevole, ma che è stata cestinata. L’ipotesi è quella di aprire un corridoio largo cira 6 metri e mezzo. Una soluzione che consentirebbe di lasciare anche lo scavo archeologico in attesa di un suo completamento.
“Ci si chiede, continua Mulè, dopo diversi mesi di blocco del traffico di via Giacomo Navarra Bresmes, cosa si stia facendo per risolvere tale problema? Forse si aspetta che prevalga la giusta esasperazione dei commercianti e dei cittadini? Così da arrivare alla chiusura forzata dello scavo archeologico e poi… se ne parla?”. “A mio parere, conclude Mulè, questa situazione di protesta potrebbe anche essere estesa agli altri lavori di scavo in corso, nel momento in cui vengono ritrovati reperti archeologici e così, anche per mancanza di soldi e di finanziamenti regionali, lo stesso scavo archeologico verrebbe immediatamente rinterrato. Ci sembra questo, purtroppo, quello che stia per accadere con la chiusura prolungata oltre ogni limite di via Giacomo Navarra Bresmes. Certamente a questo punto sarà biasimevole e lunare parlare di turismo archeologico, non fosse altro anche per lo sfascio del bene culturale a cui si assiste impotenti da cinquant’anni a questa parte”.