Gela. Avvicinavano le loro vittime dopo averle selezionate. Dovevano essere vedovi o anziani soli, abbandonati dai loro familiari. Poi scattava il raggiro. La scelta della badante romena e la sottrazione del loro patrimonio. Soldi e immobili che finivano in quella che è stata definita dai magistrati una vera associazione per delinquere. Tre gli arresti operati dai carabinieri in una indagine coordinata dalla procura denominata “San Giuseppe”. Manette per Emanuele Murana, 60 anni, detto “Neli Iattareddra”, Daniel Vasile Ciubotaru, 19 anni ed Elena Ciubotaru, alias Gabriella, 45 anni. I primi due sono detenuti a Balate, la donna ad Agrigento. Una quarta persona ha subito il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle vittime ed è ricercata.
Quattro le vittime con un caso di sfruttamento della prostituzione. Era il gelese Emanuele Murana che sceglieva le prede. Gli faceva scegliere badanti di fiducia e iniziava la sottrazione del patrimonio, anche delle case. Sottratti fra i 70 e i 100 mila euro. Numerosi i movimenti di denaro, tramite money transfer, verso la Romania, effettuati dalle vittime in favore dei malviventi.
I dettagli sono stati illustrati dal procuratore capo di Gela Fernando Asaro.
Il nome San Giuseppe ha preso spunto proprio dalla tradizione del 19 marzo. Una delle vittime infatti è stata costretta a impersonare San Giuseppe per ricevere assistenza economica. L’organizzazione gli toglieva anche gli alimenti donati dai fedeli di San Giuseppe. Agli anziani maschi veniva fatto anche credere di poter trovare moglie in Romania con un catalogo virtuale che gli veniva sottoposto da Daniel Vasile. La donna invece entrava nelle case come badante e diventata persona di fiducia. Le indagini, coordinate dal pm Ubaldo Leo, si sono protratte da novembre 2017 fino al maggio scorso. Trenta i carabinieri impiegati per l’operazione.
complimenti alle forze dell’ordine, bravi questo vuole il popolo gelese.