Gela. Quattro anni e due mesi di reclusione. Il giudice dell’udienza preliminare Silvia Passanisi ha emesso il proprio verdetto nei confronti del ventinovenne romeno Marian Iacob, accusato
di aver estorto denaro ad un imprenditore locale dell’autotrasporto.
I soldi chiesti all’imprenditore. Lo scorso anno, venne arrestato dagli agenti di polizia del commissariato, insieme al presunto complice Marius Harmati, che dovrà rispondere degli stessi fatti davanti al collegio penale del tribunale. I pm hanno chiesto una condanna ancora più pesante, a sette anni e due mesi di reclusione. In base alla ricostruzione degli inquirenti, l’imputato, difeso dall’avvocato Davide Limoncello, avrebbe chiesto denaro all’imprenditore, informandolo di essere a conoscenza di alcuni particolari di una vicenda che lo riguardava. Se non avesse pagato, avrebbe subito conseguenze peggiori. I due romeni vennero arrestati dai poliziotti nei pressi della villa comunale, dove era stato fissato un appuntamento proprio con l’imprenditore che, intanto, aveva segnalato quanto accaduto al commissariato di polizia. In aula, il difensore, l’avvocato Davide Limoncello, ha ricostruito la vicenda, limitando notevolmente il ruolo di Iacob, che sarebbe stato solo l’ultimo anello di una catena molto più lunga, tanto da poter produrre conseguenze peggiori all’imprenditore minacciato. L’imputato, che ha optato per il rito abbreviato, avrebbe anzi cercato di comunicare alla vittima quanto stava accadendo. Una linea che ha convinto solo in parte il gup Passanisi. L’imprenditore minacciato, invece, si è costituito parte civile, con l’avvocato Maria Elena Ventura. Il giudice ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni, da definire in sede civile. Non è da escludere, comunque, che la difesa possa impugnare il verdetto in appello.