I rifiuti bruciano milioni di euro, debiti fuori bilancio e un appalto ancora da bandire: “Vogliamo risanare ma niente gare senza condizioni”

 
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Gela. Un pozzo senza fondo che continua a bruciare milioni di euro che non sempre si riescono

a coprire con quello che passano le casse del Comune.

I debiti fuori bilancio. Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti rimane un’enorme incognita, costellata da cifre che si susseguono senza sosta. Che l’appalto per i rifiuti sia quasi una croce finanziaria per Palazzo di Città l’ha ribadito pochi giorni fa, in aula consiliare, anche il dirigente Alberto Depetro. Adesso, sia i dem che i forzisti chiedono di conoscere i dati più recenti. Insomma, vogliono sapere quanti debiti fuori bilancio abbia generato, negli ultimi due anni, l’amministrazione del sindaco Domenico Messinese. “In verità – spiega il primo cittadino – fino ad ora, abbiamo pagato debiti fuori bilancio sui rifiuti generati dalle precedenti giunte. Non è possibile indicare cifre precise fino a quando non arriveranno le sentenze definitive che certifichino le somme”. Da quanto trapela dalle stanze del municipio, però, negli ultimi due anni, solo per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e per quelli straordinari, se ne sarebbero andati tra i cinque e i sei milioni di euro. Cifre che per un ente che non può contare su lastre d’oro al posto dei soldi in cassa, sono pesanti, pesantissime. Il servizio, annualmente, arriva a costare ben oltre i nove milioni di euro, mentre il piano economico finanziario non va oltre i sette milioni di euro e le tariffe della Tari sono invariate da tre anni. Quindi, tutto quello che sfora rispetto al piano economico finanziario, diventa debito fuori bilancio.

Niente gara ponte. “Noi vogliamo risanare questo stato di cose – dice ancora Messinese – ma sul fronte dei rifiuti non possiamo bloccare i servizi e gli interventi straordinari sono sempre all’ordine del giorno. Attendiamo che si possa arrivare alla gara complessiva, senza passare da soluzioni che non condividiamo, come presunte gare ponte che andrebbero a produrre solo nuovi costi. Ovviamente, se ci saranno le condizioni, ogni soluzione verrà valutata e lo stiamo anche facendo. La gara ponte può esistere solo a determinati presupposti, considerando anche quella che verra’ bandita dalla Srr4”. Una ricostruzione che di certo non collima con quella del gruppo consiliare del Pd. I dem, già da qualche mese, hanno messo in atto una campagna di forte critica anche rispetto alla precedente gestione Fasulo, sindaco allora appoggiato proprio dal Partito Democratico. “Se si arriva alla gara d’appalto complessiva – dice il capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta – è merito esclusivamente del commissario della Srr4 Nicola Russo. Sono stati i commissari che si sono succeduti alla Srr4 a rimettere le cose in ordine. Il commissario Enrico Vella è riuscito a chiudere le procedure per la definizione della pianta organica e del piano d’ambito. Ritengo, comunque, che i tempi per bandire la gara non saranno brevi e di conseguenza la giunta dovrebbe subito optare per una gara ponte, come già deciso dall’amministrazione comunale di Caltanissetta. Solo in questo modo, si potrà chiudere la fase permanente di proroghe alla Tekra, che vanno contro quanto indicato dalla normativa in materia e dalle linee guida dettate dall’Autorità nazionale anticorruzione”. Intanto, i milioni di euro continuano a “volare”.

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