Gela. Se i partiti, almeno quelli principali, girano le spalle, poco convinti di chiudere
intese politiche con il sindaco Domenico Messinese, di moda tornano i posti.
I posti in ballo. Per attirare eventuali alleati, il sindaco e i suoi uomini potrebbero decidere di trattare proprio sui posti, almeno quelli ancora a disposizione. Ovviamente, non solo i tre in giunta, rimasti liberi. Sul tavolo di un’eventuale intesa, possono finire sia le poltrone da assegnare agli esperti dell’organismo indipendente di valutazione sia quelle che spettano al nucleo di controllo gestione. Un totale di sei nomine sulle quali, a breve, il sindaco dovrà mettere la firma. Per ora, rimane libera anche la sedia dell’amministratore delegato della Ghelas Multiservizi. Dopo l’addio di Vincenzo Romano, voluto proprio da Messinese e dal rientrante Simone Siciliano, i giochi sono tutt’altro che chiusi.
Il posto alla guida della municipalizzata è da sempre quello più ambito nel non foltissimo bosco del sottogoverno locale. Quando si parla di Ghelas, inutile nasconderlo, gli appetiti della politica non mancano mai. Con i partiti fuori dai giochi dell’intesa, Messinese potrebbe utilizzare la municipalizzata come pregiato “dono” politico, qualora ci fosse qualcuno pronto a mettere un manager di fiducia su quella poltrona e ad assicurare l’appoggio alla giunta ter. Una maggioranza, più o meno stabile, al sindaco e ai suoi serve come il pane e nei tavoli di trattativa niente viene lasciato al caso. Così, non verranno trascurati, probabilmente, neanche gli incarichi da assegnare per i progetti del Patto per la Sicilia e i mai tramontati incarichi legali, che da tempo segnano la lingua politica più in voga in municipio. Dopo la nomina del neo assessore Giovambattista Mauro, arrivato a Palazzo di Città, mentre praticamente tutti i gruppi politici di peso si affrettavano ad escludere una loro intercessione, la “foga” di Messinese sembra essersi placata.
All’appello, con il rientro dei fedelissimi Simone Siciliano e Fabrizio Morello, mancano ancora tre posti in giunta. I partiti, salvo capriole dell’ultimo momento, hanno mollato la presa, quindi il sindaco potrebbe buttarsi sui consiglieri “no logo”, quelli che al momento non devono rispondere a particolari ordini di scuderia e che, magari reputando valida l’offerta, potrebbero dire sì ad un Messinese, in cerca di numeri, quelli che fanno “maggioranza” in consiglio comunale.