Gela. Le elezioni del giugno di sette anni fa per il rinnovo dell’allora consiglio provinciale gli potevano costare decisamente care.
I manifesti abusivi. Alla fine, però, ad avere la meglio in giudizio è stato il candidato del Pd che ha scelto d’impugnare una cartella esattoriale da oltre 3 mila euro per aver fatto piazzare i propri manifesti elettorali, stando alle accuse, in giro per la città ma in spazi non consentiti. Insomma, quei manifesti erano abusivi. Gli vennero recapitati ben 177 verbali d’infrazione tutti firmati di vigili del comando di via Ossidiana.
Non dovrà pagare. La cartella è stata contestata, davanti al giudice di pace Concetta Mammana, dal suo legale di fiducia, l’avvocato Joseph Donegani. In base alle contestazioni mosse in giudizio, il candidato finito al centro dell’intera vicenda non avrebbe avuto alcuna responsabilità in merito ai manifesti piazzati. Secondo l’avvocato Donegani, infatti, sarebbe spettato ai vigili urbani e all’ente comunale provare il collegamento tra chi si occupò di affiggere i manifesti abusivamente e l’allora candidato. Una linea accolta dal giudice Mammana che ha escluso l’automatica presenza di una responsabilità in solido tra committente e autore della violazione. Quindi, quel candidato risparmierà 3 mila euro, frutto di quasi 180 verbali.