Gela. L’affido familiare è una misura temporanea della teorica durata massima di due anni, prorogabile in base alle necessità regolata dal Codice Civile, che permette a una famiglia, a una coppia o a un singolo di accogliere un minore, la cui famiglia stia attraversando un periodo di difficoltà o di crisi, tale da impedire l’accudimento del bambino o del ragazzo stesso. I Lions Club della città hanno organizzato un incontro per parlare di questa tematica particolarmente delicata ma troppo spesso confusa con l’adozione.
” L’affido è un opportunità sia per le famiglie che per i giovani .In un periodo storico di grande tensione non dobbiamo pensare solo ai bambini che fuggono dalle guerre,anche nei nostri territori ci sono bambini che vivono situazioni di degrado e hanno bisogno d’aiuto.” Ha dichiarato Gaetano Cuda,presidente di circoscrizione di Mazzarino del Lions Club.
La legge non prevede vincoli di età degli affidatari rispetto al minore, se non la maggiore età. Chi desidera offrire la propria disponibilità ad accogliere un bambino attraverso l’affido familiare deve rivolgersi ai servizi sociali del proprio territorio o alle associazioni che si occupano di questo specifico campo, che, attraverso una serie di incontri e colloqui, valutano l’idoneità dei richiedenti. Se tutto va bene, gli aspiranti affidatari vengono inseriti all’interno di un apposito elenco ufficiale, in attesa dell’affidamento di un bambino.
Gli orfanotrofi non ci sono più, sono stati chiusi a fine 2006, in base alla legge 149 del 2000. In base a questa norma, se un minore viene privato della famiglia d’origine deve essere collocato solo temporaneamente in comunità educative e al più presto in un’altra famiglia, o in affido o in adozione (in Italia sono da 900 a 1.100 i bimbi dati in adozione ogni anno). La realtà è che oggi la tipologia di accoglienza è di tre tipi: ci sono gli affidi in famiglia, le case famiglia (dove una coppia di coniugi può accogliere fino a sei bambini) e le comunità educative, che hanno sostituito gli orfanotrofi, ma no possono ospitare più di 12 bambini.
“Il calore e il supporto che può dare una famiglia è diverso da quello di un istituto.Il ragazzo o bambino dato in affidamento può vivere l’ambiente familiare e godere di quei diritti che troppo spesso vengono negati a causa di problemi nella famiglia d’origine”ha concluso il professore di diritto associato Filippo Romeo dell’università di Enna Kore.
All’incontro tenutosi presso l’ex chiesetta San Giovanni erano presenti il sindaco di Gela Lucio Greco ,il sindaco di Mazzarino Vincenzo Marino e Fabio Roccuzzo sindaco di Caltagirone.