Gela. Chi si aspettava una specie di patto firmato in pubblico per far partire il progetto politico del “partito trasversale” dovrà attendere qualche altra occasione. L’assemblea indetta dalla segreteria del Pd, anche se aperta a tutti, ha radunato solo lo zoccolo duro dei dem. C’erano i consiglieri comunali Guido Siragusa e Alessandra Ascia, il deputato regionale Giuseppe Arancio, gli ex deputati Lillo Speziale e Miguel Donegani, qualche componente della direzione cittadina (compresa il presidente Claudia Caizza), simpatizzanti di sempre e ovviamente il segretario Peppe Di Cristina. I dem si sono chiamati a raccolta nel tentativo di darsi una strada politica. L’obiettivo dei vertici è chiaro da tempo, allargare il campo a chi condividerà alcuni punti cardine. “La necessità di non perdere il treno della reindustrializzazione ma dire con forza che i venticinque milioni di euro dell’accordo di programma sono una mancetta che non servirà a nulla e rispondere ad una città che si sta spopolando”, ha spiegato Di Cristina. I democratici, però, non ci tengono a passare per dinosauri che hanno sostenuto la mozione di sfiducia solo per riportare in municipio chi c’era già prima. “Non ho nessuna intenzione di candidarmi a sindaco – ha detto Lillo Speziale – circolano tanti nomi, ma sono sempre candidature legate al Pd. Significa che la classe dirigente di questo partito ha ancora un legame con la città. Abbiamo sbagliato ma non si getta il bambino con l’acqua sporca. Abbiamo sostenuto la sfiducia perché si era aperto il mercimonio dei posti”.
Il gruppo più vicino al segretario Di Cristina ha scelto la linea di risposta agli attacchi che stanno arrivando nel post-sfiducia. Niente “grandi vecchi” ma una sfiducia per impedire il mercato aperto dagli uomini del sindaco Domenico Messinese. “C’era un attacco in corso per indebolire la nostra segreteria e il gruppo consiliare – ha detto Di Cristina – e hanno iniziato con la strategia del “che ti do che mi dai”. L’ex vicesindaco Simone Siciliano ha cercato me e il deputato Giuseppe Arancio per far entrare il Pd in giunta. Quello dei grandi vecchi è un gioco sporco”. I consiglieri Guido Siragusa e Alessandra Ascia sono stati concordi nel contestare la strategia messa in campo dal sindaco sfiduciato. “Sulla sfiducia abbiamo risposto ad un’indicazione del partito – ha detto Siragusa – la scelta l’abbiamo assunta perché si era aperto il mercimonio dei posti per far saltare la mozione. Non limitiamoci, però, alla critica aprioristica sulle scelte del partito”. Il presidente del consiglio Ascia è stata ancora più chiara. “Se l’alleanza servirà a far ritrovare dignità alla politica e alla città che ben venga – ha spiegato – durante la seduta sulla mozione di sfiducia abbiamo assistito a scenette umilianti della giunta. Quest’amministrazione ha lavorato solo per distruggere qualsiasi fronte”. All’assemblea non si sono visti i nomi “pesanti” che stanno circolando in queste settimane per un’eventuale candidatura a sindaco. C’è chi non vuole ancora scoprirsi e la possibile alleanza per un “partito della città” sembra ancora in fase embrionale.