Gela. Vennero monitorati per diversi mesi, anche attraverso riprese video. I furti si sarebbero concentrati al porto rifugio e nell’area del porto isola Eni. “Gasolio ma anche diversi chili di panetti di piombo – ha detto uno dei finanzieri che si occupò dell’inchiesta – venivano rubati nell’area Eni. Agivano anche con i mezzi da lavoro dell’Eureco. Diversi indagati erano alle dipendenze dell’azienda che effettuava servizi di sicurezza e antinquinamento. Spesso, il carburante rubato veniva utilizzato per rifornire proprio i mezzi Eureco”. A processo, ci sono Giuseppe Caci, Rocco Bagnato, Vincenzo Belgiorno, Pietro Carrubba, Rocco Casisi, Massimo Di Blasi, Emanuele Di Corrado, Gabriele Di Mauro, Emanuele Giacchi, Michele La Cedra, Salvatore Incorvaia, Rosario Novembrini, Emanuele Raitano, Giuseppe Raitano, Manuel Scilio, Maria Selvaggio, Vincenzo Scordio e Renato Trainito.
I furti di carburante. Secondo gli investigatori, chi agiva lo faceva anche per rifornire propri mezzi o per rivendere il carburante trafugato. In alcuni casi, sarebbero stati ricostruiti furti di imbarcazioni al porto rifugio e di materiali, che invece erano a disposizione di aziende dell’indotto Eni. “Le denunce di furto vennero sporte – ha detto il militare davanti al giudice Tiziana Landoni – anche dall’allora amministratore delegato di raffineria Eni”. Il finanziere ha risposto alle domande del pm Tiziana Di Pietro e a quelle dei difensori di tutti gli imputati, che già in fase di indagine hanno messo in discussione il coinvolgimento dei loro assistiti. Nel pool di difesa ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Antonio Gagliano, Raffaella Nastasi, Joseph Donegani, Stefania Valente, Emanuele Maganuco, Dalila Di Dio, Giusy Troni e Grazia Fausciana.
Poi ci si lamenta che eni ha chiuso a gela