Gela. I fondali dello specchio di mare antistante contrada Bulala, continuano a restituire reperti d’interesse archeologico.
La spedizione, condotta ieri dagli uomini della Soprintendenza del Mare e dai volontari dell’associazione Sviluppo e ambiente, ha permesso di recuperare tre anfore, pezzi di vasellame e strani ossi. I reperti recuperati sono stati trasferiti a Palermo per essere catalogati e, soprattutto, per appurarne l’interesse archeologico. Indagini aperte per il rinvenimento di un osso intero di probabile natura umana, mentre per i frammenti ossei, i tre colli d’anfora e i fondi di vasellame vario, si pensa possano essere risalenti al VI secolo Avanti Cristo. Il ritrovamento è avvenuto durante una delle fasi preliminari di una nuova campagna di ricerche e di messa in sicurezza di reperti archeologici e di relitti arcaici simili alla triremi greca scoperta nel 1988 nella stessa zona, recuperata 20 anni dopo per essere sottoposta ad un importante restauro in Inghilterra e conservata in attesa di essere esposta in un museo del mare.La ripresa delle ricerche, per sottrarre il materiale archeologico ai tombaroli, è stata sollecitata dall’associazione gelese «Ambiente e sviluppo», diretta da Franco Cassarino, scopritore del primo dei tre relitti localizzati nel mare gelese e, dal 1988 a oggi, di altri reperti che sono stati consegnati sempre alle forze dell’ordine. Ora si cerca di localizzare l’area di fondale sabbioso che nasconde e conserva il carico di una delle navi greche affondate in era arcaica davanti alle coste gelesi e che le mareggiate riporta alla luce, periodicamente, spingendolo fin sulla spiaggia, mentre Gela festeggia i 2.700 anni della sua fondazione.
Ad effettuare le immersioni sono stati cinque sommozzatori,tre dell’associazione Ambiente e Sviluppo e due della Soprintendenza del Mare, assistiti dalla Guardia costiera e della Polmare.