Gela. La firma dell’accordo di programma, ratificata ieri a Roma dal ministro Luigi Di Maio, dal governo regionale e dal commissario Rosario Arena, si è subito trasformata in una “sfida” politica, che sa di campagna elettorale (visti i tempi e in attesa del verdetto del Tar Palermo sul ricorso dell’ex sindaco Domenico Messinese). L’esultanza grillina viene rintuzzata nelle stanze della segreteria locale del Pd. Tra le voci più critiche c’è quella del consigliere uscente Guido Siragusa. “Siamo al paradosso – dice – il ministro Di Maio ha firmato l’accordo di programma dell’ex vicesindaco Simone Siciliano e della giunta Messinese. Parliamo dello stesso accordo di programma che in consiglio comunale il gruppo del Movimento cinque stelle ha sempre criticato e contestato. Adesso, invece, esultano”. Le critiche di Siragusa vengono sostenute proprio dai vertici cittadini del Pd, con il deputato all’Ars Giuseppe Arancio che ha nuovamente parlato di risorse finanziarie (25 milioni di euro in totale) del tutto insufficienti al rilancio dell’economia del territorio. Già nelle ore precedenti all’incontro romano, proprio Siragusa ha parlato di una “miseria di Stato”. I dem, dopo quanto accaduto con l’allora giunta Fasulo, hanno dovuto inevitabilmente ritornare sui loro passi, per certi aspetti prendendo le distanze dalla firma di quattro anni del protocollo d’intesa.
Da Roma, però, un altro grillino sostiene invece la firma apposta da Di Maio. “Continuando nel grande impegno preso dal Movimento cinque stelle per il rilancio dei territori in crisi occupazionale, come quello di Gela – dice il senatore Pietro Lorefice – oggi, firmando con senso di responsabilità l’accordo di programma, parte una vera e propria fase zero che permetterà ai territori compresi nell’area di crisi industriale complessa di ripartire, avendo come riferimento il ministero retto da Luigi Di Maio. Insieme al partner tecnico Invitalia saremo in grado di supportare adeguatamente il rilancio della nostra amata terra. A breve partiranno i bandi ai quali potranno partecipare tutte le forze imprenditoriali sane che credono nelle potenzialità del nostro comprensorio”. L’ex assessore della prima giunta Messinese esclude che i soli venticinque milioni di euro messi sul tavolo possano essere un ostacolo. “Verranno attivate tante altre azioni parallele, mirate ad attrarre nuovi capitali da investire in progetti sani, efficaci ed efficienti che abbiano quale obiettivo la creazione di nuovi posti di lavoro – conclude – con un occhio attento alla tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori. Verranno privilegiate, infatti, le iniziative imprenditoriali che siano in grado di determinare un ritorno significativo in termini di prospettive di mercato e di reimpiego dei lavoratori interessati dalla crisi”.