I dem alla ricerca del chiarimento giusto, venerdì la direzione: Di Cristina non vuole altre “beghe”

 
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Peppe Di Cristina, Giuseppe Gallè e Giuseppe Arancio

Gela. In attesa delle urne di marzo, i dem locali sono alla ricerca soprattutto di un equilibrio interno. Dopo il caos della vicepresidenza del consiglio comunale, andata al forzista Salvatore Scerra con i voti favorevoli di almeno due esponenti del Pd, tocca al segretario cittadino Peppe Di Cristina tentare la mediazione. Ne farebbe volentieri a meno di certe beghe, magari dedicandosi alla fronda regionale che contesta i “poteri forti” (a cominciare dalle scelte, romane e palermitane, dei candidati in vista delle politiche), però gli tocca, almeno per non perdere altri pezzi. Venerdì è fissata la direzione cittadina del partito e, probabilmente, come spesso è capitato, se ne sentiranno delle belle. Nel destino politico di Di Cristina, più o meno prossimo, conterà l’esito elettorale ma conteranno ancora di più gli appoggi all’interno del partito. Tra qualche mese, sono previsti i congressi e il segretario vorrebbe rimanere in sella. Nei giorni scorsi, c’è stato un primo approccio con i consiglieri comunali dem, anche se non è stato decisivo. Dopo il patatrac della vicepresidenza (solo l’ultimo caso in ordine di tempo) Di Cristina sta cercando di chiudere il cerchio, di modo da poter contare su un gruppo consiliare ancora coeso.

I soliti problemi interni. Di rapporti con la giunta neanche a parlarne, anche se alcuni esponenti dem, almeno a Palazzo di Città, con Messinese e i suoi ci parlano. A questo punto, dovrà esserci un’intesa, altrimenti in casa Pd rischia di saltare il banco, anche perché, alle urne di marzo, i pronostici non arridono di certo a quelli del Partito Democratico, che in provincia rischiano il “cappotto” elettorale. Di Cristina, però, sa che il futuro dei dem locali non dipende esclusivamente dalle urne delle politiche e vuole continuare a guidare quello che ha più volte definito “l’unico vero partito in città”. Intanto, anche per provare che i dem gelesi si sono intestati la “rivolta” contro i poteri forti targati Pd, in città potrebbe tenersi un’altra assemblea degli scontenti. “Pensiamo ad un’assemblea molto partecipata, non in ottica elettorale – spiega il segretario Di Cristina – conterà solo il simbolo. L’ho ripetuto più volte, noi il partito non lo lasciamo ma le scelte fatte dai dirigenti non ci convincono affatto”. Tra i corridoi del municipio, qualche rivale li dà già per spacciati, ma i dem stanno cercando di superare l’ennesima crisi di identità.

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