Gela. I catanesi di cosa nostra del gruppo Santapaola-Ercolano volevano entrare nel giro dei trasporti dell’agroalimentare, da Gela e verso il nord Italia.
“Ero io il punto di riferimento delle famiglie di Gela”. Una ricostruzione confermata in aula da Carmelo Barbieri, ex esponente di spicco della famiglia retta da Giuseppe Madonia. Il collaboratore di giustizia è stato sentito nel corso del dibattimento avviato, davanti ai giudici del tribunale di Catania, nei confronti dei coinvolti nell’inchiesta antimafia “Caronte”. Tra gli imputati, c’è anche il presunto boss Vincenzo Ercolano. Barbieri, insegnante di educazione fisica e longa manus per anni del boss Madonia, avrebbe anche incontrato lo stesso Ercolano a Catania. “Il contatto era Giuseppe Lombardo – ha detto Barbieri – così l’incontro venne organizzato nella zona del porto di Catania”. Barbieri veniva riconosciuto come punto di riferimento dei clan gelesi anche dagli esponenti delle famiglie etnee. “Fino al 1995 – ha spiegato ancora – ero l’uomo di fiducia di Gino Ilardo. Dopo la morte di Davide Emmanuello, nonostante il caos che si venne a creare tra le famiglie di Gela, si faceva comunque riferimento a me”. Il possibile affare tra i gelesi e i catanesi, però, sfumò a seguito dell’arresto proprio di Carmelo Barbieri che, in questo modo, non ebbe più la possibilità di seguire con attenzione lo sviluppo di quanto sarebbe potuto accadere nell’affare del trasporto dell’agroalimentare.