Gela. Due inchieste quasi parallele che in giudizio potrebbero essere riunite. Con i blitz “Donne d’onore” e “Cruis”, i pm della Dda di Caltanissetta hanno fatto luce soprattutto su una fitta rete di spaccio di droga, che sarebbe stata gestita in città da imputati, spesso legati da vincoli familiari. In aula, davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta si tornerà ad inizio novembre. Verranno valutati entrambi i procedimenti, dopo che i magistrati della Direzione distrettuale antimafia hanno prodotto gli atti dell’inchiesta “Cruis” nel corso dell’udienza preliminare scaturita dall’indagine “Donne d’onore”. In quest’ultimo caso, a rispondere alle accuse sono Nicola Liardo, Salvatore Crisafulli, Maria Teresa Chiramonte, Monia Greco, Giuseppe Liardo, Dorotea Liardo, Salvatore Raniolo, Calogero Greco, Carmelo Martines e Giuseppe Maganuco.
Per gli investigatori, il quarantaduenne Nicola Liardo avrebbe continuato a gestire spaccio ed estorsioni direttamente dal carcere, passando presunte ambasciate ai familiari. Una ricostruzione uscita dall’inchiesta condotta dai carabinieri. Nel blitz “Cruis”, invece, le attenzioni degli inquirenti si sono concentrate su Crocifisso Di Gennaro, che avrebbe controllato un ampio traffico di droga in città, anche attraverso pusher minorenni. I fermi sono stati imposti a Vincenzo Cannizzo, Antonino Santonocito, Almarin Tushja e ai minori che sarebbero stati a disposizione. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Carmelo Tuccio e Francesco Enia.