“Ho accettato per rilanciare Pd”, Arancio: “Partito di tutti, basta guerre intestine”

 
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Il neo commissario cittadino del Pd Giuseppe Arancio

Gela. Il Pd locale riparte dall’ex parlamentare Ars Giuseppe Arancio. Come abbiamo già riferito, è lui il commissario incaricato di rilanciare le sorti di un partito che nelle ultime settimane ha probabilmente toccato uno dei punti più critici, almeno a livello cittadino. L’ormai ex segretario Guido Siragusa ha lasciato il suo incarico, in fortissimo dissenso verso esponenti di rilievo come l’attuale componente della direzione nazionale Peppe Di Cristina e l’ex parlamentare Ars Miguel Donegani. Lo stesso Siragusa ha fatto chiaramente intendere che il Pd cittadino potrà rilanciarsi solo con una profonda “riforma” interna. “Ho accettato l’incarico con sacrificio – dice Arancio – mi ero ripromesso di non avere più ruoli attivi nel partito e go rirpeso il mio lavoro. Però, ci sono state insistenze e ho capito che il partito ha bisogno di un rilancio. Bisogna mettere fine alle guerre intestine che l’hanno dilaniato. La mia sarà una posizione di equilibrio. Chiedo a tutti di giudicarmi per quello che ho fatto in questi trent’anni. Non sono alla ricerca di posizioni personali. Voglio solo che il partito torni a lavorare per la città e che possa avere un segretario”. Arancio allontana qualsiasi “sospetto” di parteggiare per un’anima interna piuttosto che per un’altra. “Il partito, anche in città, non può tirarsi indietro rispetto a temi come la sanità locale, lo sviluppo del territorio e deve fari parte attiva per progetti importanti come il completamento del lungomare. Ci sono poi questioni – aggiunge – che non sono da trascurare, come il reddito di cittadinanza il cui taglio si fa sentire in città, il salario minimo o l’autonomia differenziata”. Su un piano più strettamente strategico, Arancio è già ben chiaro. “Non avremo mai rapporti con la destra – precisa – l’esperienza con l’amministrazione Greco l’abbiamo superata già quattro anni fa. Per il resto, non ci sono preclusioni. Se il progetto che vogliamo per la città sarà sostenuto anche da altri, siamo aperti a qualsiasi interlocuzione, senza pregiudizi. Devono prevalere i temi e chiaramente bisogna muoversi in un perimetro che sia ben definito”.

Il neo commissario, scelto con il sostegno dei vertici regionali e provinciali del partito, non intende essere accostato ai big locali, come se dovesse intervenire a garanzia di certi ragionamenti interni. “Questo è un partito nel quale nessuno deve sentirsi escluso – conclude – io sono stato vicino a tutti, anche nel mio lavoro. Il nostro dovrebbe essere un partito che abbraccia tutti”. I dem sono reduci da una fase di fortissime tribolazioni e l’esito delle primarie, con la vittoria del fronte Schlein, ha esacerbato ancora di più rivalità e diffidenze. Il blocco storico non vuole fare da sparring partner ma i dirigenti più giovani non intendono sottostare a logiche già consunte.

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