“Hanno ucciso la mia bambina, adesso voglio solo riportarla a casa”

 
0

Gela. Stamattina, il corpo privo di vita di Gloria Maria Ascia di 2 anni potrebbe ritornare a Gela. I genitori, ancora sconvolti, temono che un iter farraginoso possa ritardare ancora di due giorni il trasferimento a casa della salma.

La piccola, affetta da anemia falciforme, mercoledì pomeriggio alle 18,45 è deceduta a seguito di un “evento avverso”, in una stanza di degenza del policlinico di Tor Vergata a Roma.

Poche ore prima, alle 9,30, era stata sedata e sottoposta a un intervento di preparazione per un trapianto di midollo osseo durato alcune ore. Per cause al vaglio della procura di Roma qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto. Ieri pomeriggio, alle due, presso l’obitorio del cimitero Verano di Roma, il cadavere della bimba di Gela è stato sottoposto all’esame autoptico per il cui esito bisognerà attendere 60 giorni.

Intanto la procura, a seguito dell’autopsia, a breve potrebbe fare scattare le prime iscrizioni nel registro degli indagati. I carabinieri del Nas, il giorno successivo la morte di Gloria Ascia, ha sequestrato le cartelle cliniche e avviato una indagine. Il direttore generale del policlinico Tor Vergata, Enrico Bollero, con una nota ha informato “il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, dell’accadimento e dei provvedimenti assunti – precisando – Tutto il Policlinico è unito alla famiglia nel dolore per il tragico evento e si impegna a fare piena luce su quanto accaduto”.

La regione Lazio ha disposto immediatamente l’attivazione di una commissione di inchiesta per accertare le cause sfociate nella morte della bimba gelese e individuare le eventuali responsabilità dei medici. Secondo fondi investigative, una radiografia effettuata alle 14 di mercoledì, poco dopo l’uscita dalla sala operatoria, mostrerebbe che la bambina aveva il polmone destro pieno di sangue.

“La direzione generale del policlinico – si legge in una nota dela struttura – ha richiesto al direttore aziendale una dettagliata e documentata relazione sull’evento”. Lo stesso ospedale Tor Vergata “ha disposto la costituzione di una commissione medica di inchiesta composta da specialisti esterni di comprovata esperienza per accertare le modalità dell’accaduto e verificare le eventuali responsabilità professionali, riservandosi di assimere eventuali provvedimenti cautelari sul personale coinvolto”.

I genitori della piccola Gloria non riescono ancora a darsi pace per l’accaduto. “Me l’hanno rubata, voglio la verità – dice il papà, Antonino Ascia – e sapere perché mia figlia è morta. Nessuna vendetta, ma giustizia. Ho consegnato mia figlia nelle mani dei medici che dopo l’applicazione di un catetere venoso me l’hanno consegnata morta. I rischi sul trapianto c’erano e ne ero consapevole, ma non si può morire per un catetere. Questa era la fase preparatoria al trapianto”. A donare il midollo doveva essere il figlio più grande di Gloria, Riccardo, che ha 3 anni.

“Dopo l’autopsia, durata 4 ore, i medici non hanno saputo fornirmi nessuna informazione utile – prosegue Ascia – Ho ricevuto le loro condoglianze. Poi ho avuto solo il tempo di comprare l’ultimo vestitino per la mia piccola Gloria. Spero di riportare a Gela il suo corpicino. Chiedo in un intervento del sindaco di Roma per ottenere, sabato mattina, tutte le autorizzazioni per autorizzare il trasferimento. La procura consegnerà il nulla osta domattina. Sono preoccupato dal lungo iter da seguire per tutte le altre autorizzazioni”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here