Gela. Ha perso la democrazia. Il 53 per cento dei siciliani non è andato a votare, in segno di sicuro disprezzo e sfiducia, ma la politica va avanti. I grillini (che non vogliono essere chiamati più in questo modo) sono la prima forza politica locale, raccogliendo il consenso dei cittadini arrabbiati.
Si ignora (volutamente?) che in questo modo non è più possibile parlare di democrazia. Dittatori che agiscono indisturbati ignorando le necessità delle popolazioni che governano.
“Ha perso la democrazia. Abbiamo un presidente eletto dal tredici per cento dei Siciliani – afferma Giovanna Marano, la candidata di Libera Sicilia uscita a bocca asciutta dalla tornata elettorale – La maggioranza dei cittadini è rimasta a casa, disertando le urne. Eppure vengono convalidate le elezioni a discapito della democrazia. Crocetta non avrà una maggioranza e dovrà stringere alleanze con coalizioni che già annunciano battaglia”. In verità i cittadini gelesi sono abituati a giochi politici che ignorano leggi mortificando ogni tentativo di democrazia.
Il comitato Gela provincia retto da Filippo Franzone è stato letteralmente mortificato all’Ars, dopo che oltre 18 mila gelesi avevano fatto ricorso alla legge di iniziativa popolare per chiedere l’istituzione della provincia del Golfo.
“Crocetta è sostenuto da partiti che hanno governato con Cuffaro e Lombardo – incalza Pippo Russo – Si torna a parlare di grandi coalizioni, inciuci, vorrei sapere cosa pensano questi due milioni e seicentomila elettori che hanno preferito restare a casa.
Ci sono al governo coloro che ci hanno trascinato nel baratro il popolo siciliano”.
“Per la Sicilia non vedo prospettive rosee – conclude Gianfranco Micciché, candidato del Pdl – la nostra sarà un opposizione attenta e intransigente per evitare che i danni procurati dal Pd siano irreversibili”.