Gela. Se sul fronte interno, il sindaco Lucio Greco è chiamato nuovamente a fare i conti con i troppi distinguo degli alleati, fuori dalla maggioranza c’è chi dà quasi per conclusa l’esperienza amministrativa. Un giudizio piuttosto netto arriva dal segretario cittadino dem Guido Siragusa. “Dopo tre anni, si possono già tirare le prime conclusioni – dice – il disastro amministrativo e politico è sotto gli occhi di tutti. Basta considerare quello che sta accadendo con Ghelas. Non per colpa del manager, che ha cercato di fare quello che poteva, ma per un’assenza di programmazione da parte dell’amministrazione comunale, siamo davanti ad un progetto di rilancio che non ha mai visto la luce. Parcheggi e strisce blu sono sintomi di un’assenza vera di un programma. Il manager ha forse enfatizzato troppo la sua azione, ma certamente non può avere tutte le colpe. La nostra sembra ormai una città chiusa. Tutto è fermo e anche le mura Timoleontee sono inaccessibili per la presenza dei randagi, anche questa una vicenda irrisolta”. Il bilancio è negativo per la quasi totalità dell’azione amministrativa. “Per i lavori pubblici non è sufficiente la buona volontà – aggiunge – non c’è un vero piano triennale delle opere, che è pari a zero. L’urbanistica, che dovrebbe essere il cuore del rilancio, è un deserto. Senza funzionari e personale e con dirigenti che spesso preferiscono lasciare. Non è un attacco personale all’assessore, ma non ha dimostrato le doti necessarie”. Siragusa non sembra garantire vie di fuga politiche al primo cittadino. “Un candidato sindaco può essere valutato sulla base di ciò che ha in programma di fare – dice – ma un sindaco in carica da tre anni va giudicato su ciò che ha fatto. Onestamente, non vedo molto. Se anche il presidente del consiglio comunale inizia a prendere le distanze dall’amministrazione, allora significa che la situazione è veramente grave. Spero non si tratti solo di campagna elettorale, anche perché questa città rischia di essere ostaggio di lunghissimi mesi di campagna elettorale e non se lo può permettere”. Il segretario dem non crede più nello schema politico di tre anni fa, che avrebbe dovuto assicurare una convivenza tra il fronte civico e i partiti. “Devo dire che ha generato solo isolamento – spiega l’esponente del Pd – non è una soluzione valida. La giunta non riesce ad avere interlocuzioni, regionali e nazionali. Come si fa a dire che per le royalties legate al progetto “Argo-Cassiopea” bisogna attendere che sia la Regione ad assicurare una norma ad hoc per il Comune? Servono interlocuzioni con Roma, per modifiche alla normativa nazionale. Tutto questo, però, non sarà possibile, perché la giunta non ha referenti. Questo non significa che sia tutto da buttare. Il Pd ha interlocuzioni valide con qualche esponente dell’amministrazione comunale e guardiamo anche oltre”. Il segretario dem è certo che il sindaco farà fatica ad avere una piena fiducia politica da parte dei suoi stessi alleati. “Sono passati più di tre anni – dice ancora – tra qualche mese ci saranno le regionali e poi inevitabilmente si inizierà a parlare delle prossime ammnistrative. I partiti e i movimenti che sono in maggioranza, fino ad oggi non si sono mai espressi su un’eventuale ricandidatura del sindaco. Anche questo è un aspetto significativo”. Il segretario pone anche una certa linea divisoria tra il Pd e il resto degli ex alleati di tre anni fa. “Noi non ci siamo mai nascosti – spiega ancora – abbiamo compreso che non c’era più le basi amministrative necessarie e abbiamo lasciato anche il posto in giunta. Siamo stati molto chiari. Oggi, invece, c’è chi preferirebbe non essere in maggioranza ma per mancanza di coraggio o per altre valutazioni di opportunismo continua a rimanere. Se il consiglio comunale cerca di evitare punti delicati, come quello degli immobili abusivi, significa che anche l’amministrazione è in palese difficoltà su questi temi”.
Il giudizio negativo, aggravato dalle ultime difficoltà amministrative e politiche, è praticamente a tutto campo. I dem, fino a qualche settimana fa erano in attesa di risposte su un possibile tavolo comune su temi ritenuti importanti per lo sviluppo economico. Dal sindaco non è giunto nessun riscontro. “Non sarà l’ultimo appello – conclude – perché a noi interessa la città e non certo entrare a far parte della giunta del sindaco. Però, credo che sia palese il valore delle nostre proposte. Sono stati, di recente, gli agricoltori a chiedere di affrontare il tema dell’uso delle acque reflue, che noi abbiamo posto come soluzione all’assenza di acqua e a dighe al palo. Anche su questo tema, non abbiamo avuto alcuna indicazione dal sindaco”. Ipotizzare un sostegno politico del Partito democratico alla giunta del sindaco Greco, allo stato, non ha alcun fondamento. Le divisioni sono nette, ma l’avvocato a breve dovrà fare il punto della situazione con i suoi e questa volta non dovrà precludersi nessuna interlocuzione.