Gela. Il caso Ghelas espone tutte le fragilità politiche della maggioranza del sindaco. Questa sera, in consiglio comunale, sta andando in scena una sorta di “trauma” dell’alleanza. La seduta era stata convocata d’urgenza, ieri pomeriggio. C’è la necessità di prorogare il contratto di servizio che lega Comune e municipalizzata. Il sindaco, presente in aula, probabilmente tutto si aspettava, salvo che un “Forte Apache”. Dai banchi dell’opposizione, ma soprattutto da quelli dei compagni di avventura, sono arrivate bordate, come se ne ricordano poche, almeno da quando l’avvocato è entrato in municipio. Nessuno accetta il fatto che una “proroga tecnica”, che dovrebbe servire a garantire continuità alla Ghelas (adesso amministrata dall’imprenditore Francesco Trainito), passi dall’assise civica. Il coro iniziale è stato unanime, “tocca alla giunta”. Un botta e risposta che ha fatto sbottare Greco. “O abbiamo il coraggio di votare l’atto – ha detto molto contrariato il primo cittadino “civico” – oppure diciamo che non lo si vuole votare per ragioni politiche. Io non lo accetto. Non consento a nessuno di strumentalizzare il dibattito. Altrimenti, ce ne andiamo a casa. Servono garbo e stile istituzionali”. Un affondo trasversale, davanti ai lavoratori della municipalizzata che potrebbero essere a rischio, che ha aperto le maglie della maggioranza, già piuttosto sfilacciate. “Non ci sono yes man – ha detto il capogruppo di “Una Buona Idea” Davide Sincero – il sindaco dovrebbe accalorarsi contro i dirigenti che abbandonano l’aula. Ci vuole rispetto per il consiglio comunale. Quello che si è verificato non dovrà accadere più”. Dai banchi della maggioranza, la dem Alessandra Ascia, rifacendosi alla plateale uscita del sindaco, ha parlo di “parole che fanno male”. Valeria Caci, presidente della commissione bilancio, che ha sollevato dubbi sulla fattibilità di una proroga tecnica del contratto di servizio, ha ribattuto al primo cittadino. “Non permetto a nessuno di dare sentenze sul mio senso di responsabilità”, è intervenuta a muso duro e sempre replicando alla sfuriata di Greco. I dubbi non li hanno risparmiati neanche fedelissimi di Greco, come il capogruppo di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli e la vicepresidente della commissione bilancio Romina Morselli. Hanno espressamente chiesto di rivedere l’atto, sostituendo il richiamo alla proroga tecnica con quello al “rinnovo”. “Dopo quelle parole – ha detto il capogruppo di Forza Italia Luigi Di Dio – mi sarei dovuto alzare e andarmene. Noi siamo in aula per senso di responsabilità e per tutelare i lavoratori della Ghelas” Sotto accusa c’è l’amministrazione comunale. Il sindaco e l’assessore Grazia Robilatte hanno più volte difeso l’atto, pur ammettendo gli evidenti ritardi, che lo hanno fatto arrivare in aula solo l’ultimo giorno disponibile.
“Questa sera, prenda atto di essere politicamente solo – ha attaccato il capogruppo di “Avanti Gela” Salvatore Scerra – non solo è stato mal consigliato, ma ha dirigenti incapaci. Io non voterò l’atto, che è da bocciare politicamente e moralmente. Il dirigente Alberto Depetro ha abbandonato l’aula e non possiamo fare neanche emendamenti. Non voglio essere chiamato da nessuno, né dalla Corte dei Conti né dalla procura”. Duro è stato lo scontro verbale anche con il segretario generale Giovanna Divono, che a sua volta ha ribadito la legittimità di una proroga, che ha ottenuto tutti i pareri tecnici. L’opposizione, con gli interventi anche di Virginia Farruggia, Salvatore Incardona, Sandra Bennici e Giuseppe Spata, ha lanciato l’assalto politico a Greco, ma probabilmente non si attendeva di trovare linee di maggioranza così fragili. La seduta è stata sospesa, in attesa della ripresa dei lavori.