Gravi incidenti e vite in pericolo, Scicolone: "Ma nei territori sanità depotenziata"
Sottolinea che poco a oggi è stato fatto e situazioni come quelle di ieri andrebbero invece affrontate avendo presidi efficienti in città e negli altri Comuni della zona

Gela. Il terribile incidente stradale di ieri, che sulla Gela-Catania ha causato due morti e ha determinato conseguenze gravi per una coppia gelese, ancora in prognosi riservata, riapre serie riflessioni sui presidi sanitari del territorio. Luca Scicolone, presidente dell'associazione "Digital young", sottolinea che poco a oggi è stato fatto e situazioni come quelle di ieri andrebbero invece affrontate avendo presidi efficienti in città e negli altri Comuni della zona. "Grazie a chi c’è, ma servono rinforzi. La salute pubblica non può sopravvivere senza presidi ospedalieri efficienti e personale sufficiente, sanitario e non. Nel momento in cui la vita di una persona è appesa a un filo, ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte. Ma come si possono garantire un soccorso tempestivo, un'assistenza efficace e cure adeguate, se i presidi territoriali vengono progressivamente svuotati, accorpati, tagliati? L'emergenza Covid avrebbe dovuto insegnarci una lezione indelebile: la sanità non è un costo da abbattere ma un investimento da potenziare. Abbiamo lodato medici e infermieri, applaudito dalle finestre, invocato più fondi e strutture. Eppure, a distanza di qualche anno, sembra che nulla sia cambiato. Anzi, è peggiorato. Oggi si parla ancora una volta di centralizzare, accentrare le strutture sanitarie nei grandi poli urbani, lasciando interi territori scoperti. Ma cosa significa questo per chi vive lontano da questi centri? Significa attese interminabili, viaggi infiniti, soccorsi ritardati. Significa abbandonare il diritto alla salute di migliaia di cittadini. Non è accettabile. Servono presidi ospedalieri territoriali ben attrezzati, personale formato e numericamente adeguato, servizi di emergenza efficienti e capillari, investimenti reali e strutturali nella sanità pubblica. La salute è un diritto costituzionale, non un privilegio per chi vive nelle città metropolitane o può permettersi il privato. L’incidente di ieri è solo l’ultimo segnale. Ma quanti altri ne servono prima che qualcuno se ne assuma davvero la responsabilità?", dice Scicolone. Mentre si discute ancora una volta di potenziali tagli, a partire dal "Vittorio Emanuele", Scicolone invece ritiene essenziale un potenziamento. "Non possiamo dimenticare un altro comparto essenziale e troppo spesso invisibile: il personale non sanitario. Amministrativi, informatici, tecnici, operatori ausiliari. Figure fondamentali che garantiscono l’organizzazione, la gestione e il funzionamento dell’intero sistema. Durante l'emergenza Covid, li abbiamo chiamati eroi, oggi sono diventati risorse dimenticate, lasciati senza riconoscimenti, senza tutele, spesso con contratti instabili e carichi di lavoro insostenibili. Basta con i tagli. Basta con l’abbandono dei territori. La sanità pubblica va difesa, oggi. Non quando sarà troppo tardi. I giovani che scelgono di restare nel proprio territorio devono avere certezze, non illusioni. Non si può chiedere ai nostri ragazzi di costruire il futuro in una terra dove i servizi essenziali vengono smantellati un pezzo alla volta", conclude.
In foto Luca Scicolone