ROMA (ITALPRESS) – “La scelta di formare questo governo da parte del Pd è stata lungimirante, anche se non vanno nascoste le difficoltà, le contraddizioni e anche i prezzi che noi abbiamo dovuto pagare in nome della salvezza della Repubblica”. Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un intervento su La Stampa. Sui fondi europei, il leader Dem osserva: “Pensiamo alle prove terribili che ci attendono. Non possiamo sbagliare. Non è in gioco un’alleanza di governo ma la tenuta della nazione nei prossimi anni. Il Pd è il partito che intende guidare la transizione a un’altra Italia. Quando ci si chiede cos’è il Pd, io rispondo semplicemente: il Pd è la garanzia ed è il motore affinchè le cose cambino in meglio. Ecco perchè dopo l’emergenza, nella fase della ricostruzione spetta anche a noi indicare con chiarezza, nella coalizione di governo, i fronti che riteniamo prioritari. Nell’immediato e per il futuro. Le risorse del Recovery Fund vanno utilizzate su progetti credibili, concreti e di valore strategico”. Zingaretti indica anche le priorità: “Il Recovery Fund è l’occasione per il riscatto dell’Italia. Ma si avrà solo se quello che realizzeremo non ci porterà a riaccendere il vecchio sviluppo; bisogna, finalmente, tentare per la nazione un nuovo sviluppo qualitativamente più alto e avanzato”. E poi “la scuola, ecco il secondo fronte, è in una condizione di equilibrio incerto che può sfociare in una rivolta di massa. Sarebbe intollerabile dopo mesi di lockdown far perdere anche solo un’ulteriore ora di lezione, nell’incertezza o con una apertura a singhiozzo”. E ancora, il sistema sanitario. “Per i progetti in campo e per quelli che vogliamo intraprendere occorre attivare il Mes che è una linea di finanziamento molto più vantaggiosa rispetto alla ricerca di risorse sul mercato. Ed è senza condizioni. Ogni giorno sprecato è imperdonabile”. Per Zingaretti “affrontare queste sfide significa dare significato e identità al Pd. Il riformismo non si predica. Se si predica senza accompagnarlo a una concreta prospettiva politica, esso diventa astratto e ideologico”.
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